Home Nazionale Articolo 1, puntare su formazione e orientamento per ‘Giovani in voce’

Articolo 1, puntare su formazione e orientamento per ‘Giovani in voce’

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Roma, 28 mar. (Labitalia) – Formazione, orientamento, collegamento università-mercato del lavoro: sono state queste le parole d’ordine della seconda tappa di ‘Giovani in voce. Protagonisti del mercato del lavoro: aspettative, desideri realtà’, organizzata dall’agenzia per il lavoro Articolo1, che si è svolta ieri presso la Sala Longhi di Unioncamere, a Roma. Sei giovani provenienti dal Nord al Sud e con formazioni diverse (dalla moda al diritto internazionale, all’economia) hanno parlato a un’attenta platea di ragazzi e rappresentanti delle istituzioni, esprimendo disagi e speranze nell’approcciarsi al mondo del lavoro.
I temi ricorrenti sono stati il disallineamento fra la preparazione universitaria e il mercato del lavoro, la mancanza di un valido orientamento, la difficoltà a entrare in contatto con le aziende, la carenza di centri per l’impiego realmente efficaci. Al dibattito è intervenuto Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, che ha evidenziato come il problema della mancanza di lavoro, in questo momento, sia di natura macroeconomica, strettamente legato alla crisi. Il sindacato, per parte sua, all’interno del progetto ‘Garanzia Giovani’, aprirà presso le proprie strutture dei corner dedicati all’orientamento proprio per venire incontro alle esigenze espresse dai giovani.
Natale Forlani, direttore generale per l’Immigrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, rispondendo ai quesiti dei giovani relatori, ha posto l’accento sulla mancanza di veri e propri tirocini durante il percorso di formazione scolastica che facilitino l’ingresso al mercato del lavoro e quindi la necessità di cambiare i percorsi scolastici istituendo un’alternanza fra ore in aula e ore di tirocinio presso le aziende.
Stefano Di Niola, responsabile del dipartimento Politiche sindacali della Cna, sul tema della costante richiesta di esperienza da parte delle aziende sollevata dai giovani, ha sottolineato che la realtà imprenditoriale italiana è medio-piccola (le imprese italiane hanno in media di 4 dipendenti a testa), e questo comporta la richiesta di una grande specializzazione, per cui il titolo di studio deve essere strettamente attinente al ruolo che si intende ricoprire.
Per Fabiana Giacomotti, docente di Scienza della moda e Costume all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, manca una programmazione, non si sa quali sono i profili che serviranno fra 10 o 15 anni, con un chiaro squilibrio fra le professionalità che saranno presenti e quelle realmente ricercate.
Ha concluso Giuseppe Campelli, amministratore unico di Articolo1, rivendicando il ruolo delle agenzie per il lavoro nel panorama del mondo dell’occupazione: “Le agenzie hanno il merito, in questo momento, di essere uno dei pochi strumenti che i giovani hanno, oggi, per trovare lavoro. Le agenzie contano su un personale preparato e specializzato che può aiutare i giovani a trovare il ‘proprio’ lavoro, hanno come core business la ricerca del lavoro. E’ nostro compito ma anche interesse farlo al meglio. E’ un fatto etico, sociale, ma anche economico”.