Home Attualità Caos scommesse nel tennis, spuntano conversazioni scottanti datate 2007

Caos scommesse nel tennis, spuntano conversazioni scottanti datate 2007

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Il mondo del tennis trema: le notizie sul presunto giro di scommesse illegali potrebbero inquinare un ambiente considerato (tutto sommato) pulito e immune agli scandali. Nei giorni scorsi sono state rese pubbliche (da noti quotidiani sportivi) alcune intercettazioni della Procura di Cremona, dalle quali sembrerebbe emergere il nome (non l’unico) dell’aretino Bracciali. Il procuratore Roberto di Martino – che aveva già guidato l’inchiesta sulle scommesse nel calcio – ha aperto questo nuovo filone spulciando tra le numerose chat di skype. In una, a cui sembra abbia partecipato anche Bracciali con lo pseudonimo “Braccio78”, sembra che si parli in modo più o meno chiaro di come alterare il risultato di un match, per piazzare delle scommesse. Sembra che si tratti di dialoghi risalenti al 2007 che, oltre a Bracciali, portano in superficie i nomi dei migliori tennisti italiani di qualche anno fa: Starace, Volandri e Seppi.

Non è la prima volta che si parla di partite truccate nel tennis: in un match giocato a Sopot esattamente il 2 agosto 2007, il tennista russo Nikolay Davydenko (che in questi giorni ha deciso di appendere la racchetta al chiodo) perse contro l’argentino Vassallo Arguello (ritirandosi in maniera sospetta all’inizio del terzo set). Partita che vide uno strano flusso di denaro, su Betfair, con oltre 7 milioni di dollari puntati contro Davydenko (considerato strafavorito). Il russo vinse il primo set ed andò in vantaggio di un break anche nella seconda partita, prima di accusare un problema fisico (distorsione ad un dito). Più di un milione arrivava da dei conti bancari russi, con giocate piazzate sia prima che dopo l’infortunio dell’ex numero 4 al mondo. Tutto ciò sembra indicare che qualcuno avesse una certa sicurezza su quale sarebbe stato l’esito finale. Il sito inglese, uno tra gli operatori più importanti di un settore in espansione, come quello del gioco online, per la prima volta nella propria storia (in un caso del genere), decise di annullare tutte le scommesse. La vicenda finì sotto la lente d’ingrandimento dell’ATP, che tuttavia non arrivò ad una chiara spiegazione dei fatti. Davydenko non ebbe nessuna squalifica, adducendo motivazioni più o meno credibili sul suo operato in campo. Sempre nello stesso anno arrivò la prima squalifica ad un giocatore professionista, per un caso con prove inconfutabili. Il siciliano Di Mauro aveva effettuato puntate per circa 7000 euro, e si vide inflitta la punizione di 9 mesi di stop. Furono fermati anche Bracciali e Starace (pochi mesi), rei di aver puntato poche centinaia di euro.

Quelle commesse dai tennisti italiani furono catalogate allora come semplici “stupidate”, ma alla luce dei recenti sviluppi il nostro aggettivo non sembra più appropriato. Il gran polverone alzatosi mette in cattiva luce tutto il movimento tennistico italiano ed in tal senso vanno lette le dichiarazioni di Angelo Binaghi e di alcuni tennisti azzurri (ma anche le parole di Nicola Pietrangeli, riportate sul nostro sito). Il presidente della FIT: “Ci dichiariamo parte lesa dagli eventuali reati commessi sia dai nostri tesserati che da terze persone”. Hanno commentato l’accaduto anche Seppi e Volandri. Il primo: “Quando ho visto i giornali mi sono arrabbiato perché è coinvolto il mio nome. Io non c’entro niente”. Il secondo ha invece tuonato: “Non ho idea di cosa ha fatto Bracciali, ma io sono super tranquillo. Mi girano le scatole, perché come al solito ti ritrovi dentro una cosa, ma quando ti scagionano nessuno ne parla”. Una vicenda che rischia di travolgere il tennis italiano, che proprio in questa stagione aveva ritrovato – dopo un periodo lunghissimo – le semifinali di Coppa Davis.