Home In Evidenza Caremani sul futuro della sanità toscana: “cosa resterà degli anni Ottanta?”

Caremani sul futuro della sanità toscana: “cosa resterà degli anni Ottanta?”

0
Caremani sul futuro della sanità toscana: “cosa resterà degli anni Ottanta?”
Ospedale San Donato

Dichiarazione dell’assessore alle politiche sanitarie e sociali, Marcello Caremani: “le esperienze di centralizzazione non hanno funzionato: più burocrazia, meno servizi”

Il Servizio Sanitario nazionale, sviluppato sulla base della legge del 1978, aveva una caratteristica precisa: era il frutto di un’elaborazione e di un modello di gestione che aveva alla base una condivisione tra i cittadini, gli operatori sanitari e il sistema istituzionale e politico. Una sanità, quindi, non solo dalla parte dei cittadini ma che vedeva quest’ultimi, con le loro diverse rappresentanze, protagonisti delle scelte strategiche.

Questo modello, messo a punto negli anni Ottanta, è adesso messo fortemente in discussione. La centralizzazione dei servizi sanitari è una preoccupazione costante del Presidente Enrico Rossi. La riduzione delle Asl a tre s’inserisce, quindi, in una scia che ha già visto l’attivazione dell’Ente per i Servizi Tecnico Amministrativi di Area Vasta. E questo non è l’unico esempio. Tutti con un denominatore comune: non funzionano.

I risultati infatti sono maggiore burocrazia, tempi più lunghi, distanza dal territorio, isolamento di queste strutture centralizzate dai comuni, dai cittadini, dalle imprese.

Probabilmente sono più funzionali ad un controllo diretto e immediato da parte della Regione Toscana ma certamente rendono la sanità pubblica, in tutte le sue articolazioni, lontane dalle comunità locali e dalle loro espressione istituzionali. I cittadini e le loro espressioni associative non avranno più referenti immediati e vicini.

Purtroppo non è difficile ipotizzare che proseguire su questa strada avrà effetti negativi, ben lontani dallo spirito con il quale nel 1978 venne approvata la legge che istituiva il Servizio sanitario nazionale. I rischi immediati sono maggiori ticket, costi più alti per il cittadino, progressivo riversamento dalla sanità pubblica a quella privata.

Sono certo che non sono questi gli obiettivi del Presidente Rossi e della Giunta Regionale Toscana. E mi auguro che possano dimostrarlo.