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Cina, alimentari energia e sanità i settori migliori in cui investire

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Roma, 24 lug. (Labitalia) – Prodotti alimentari, energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili), sanità e assistenza sociale, fornitura di acqua (reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento), macchinari e apparecchiature. Ecco, secondo l’ultimo rapporto previsionale della Fondazione Italia-Cina, presieduta da Cesare Romiti, i settori migliori in cui investire in Cina.
Secondo il quinto rapporto annuale del Centro studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina (Cesif), l’economia cinese continuerà a crescere nel 2014 a un ritmo che si attesterà intorno al 7,5%, come da obiettivi del governo. I costi tenderanno a crescere, ma continuerà a svilupparsi un modello più sostenibile e una ristrutturazione dell’economia.
Insomma, una crescita robusta, anche se lontana dai tassi a due cifre di qualche anno fa, e più focalizzata sul miglioramento qualitativo e sull’aumento del valore aggiunto locale. E con sempre maggior spazio ai servizi, con il settore terziario che per la prima volta sorpassa l’industria.
Paese di circa 1,4 miliardi di persone, seconda economia al mondo dopo gli Stati Uniti e destinazione privilegiata per gli investimenti esteri, la Cina si trova anche alla vigilia di una nuova stagione di riforme economiche, mirate soprattutto a imporre un modello di crescita sostenibile.
La Cina infatti può anche rallentare la corsa, ma le riforme annunciate al Terzo Plenum del 18° Congresso del Partito possono trainare un’economia sempre più sostenibile nel medio-lungo termine.
Il traino sarà dato dai consumi interni, sia pubblici sia privati, e la Cina continuerà a rappresentare un mercato dove le imprese estere dovranno essere presenti. I settori sanitario, alimentare e delle tecnologie pulite (acqua, rifiuti solidi, energie rinnovabili, ecc.) e le infrastrutture per la mobilità rappresenteranno alcuni dei segmenti che mostreranno i più elevati tassi di crescita.
Da sottolineare che nel 2013 si è registrata una svolta storica: per la prima volta il settore terziario ha un peso maggiore rispetto all’industria: 46,09% contro 43,89%. L’obiettivo di giungere al 47% entro il 2015 potrebbe addirittura essere anticipato.
Tra le opportunità in entrata, da sottolineare gli acquisti tax free dei turisti cinesi in Italia, secondo i dati elaborati in collaborazione con Global Blue Italia.
Il turista cinese, insieme a quello di Hong Kong, rimane leader nell’ammontare di spesa per shopping in Italia con 914 euro di scontrino medio. Gli acquisti dei turisti cinesi sono rivolti prevalentemente al settore della moda (69%) e a quello della gioielleria (24%).