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Conferenza di Leonardo Rombai e Camillo Berti

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Conferenza di Leonardo Rombai e Camillo Berti
Veduta casentinese

Martedì 30 settembre prende avvio un nuovo ciclo di conferenze organizzato dalla Società storica aretina, in collaborazione con il Comune di Arezzo. L’iniziativa è intitolata “La formazione del paesaggio nei territori dell’Aretino: quadri storico-ambientali” e si svolge con il patrocinio del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università di Firenze e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Arezzo. Hanno inoltre dato la loro adesione: l’Accademia Valdarnese del Poggio di Montevarchi, l’Associazione Storica dell’Alta Valle del Tevere di Sansepolcro, la Biblioteca Rilli-Vettori di Poppi, il Comune di Foiano della Chiana e il Foto Club “La Chimera” di Arezzo.

Ad inaugurare la serie di sei incontri, che si protrarrà fino alla vigilia delle festività natalizie, saranno Leonardo Rombai e Camillo Berti, curatori dell’intero ciclo, con una conferenza di carattere introduttivo significativamente intitolata “La geografia storica: metodi, fonti, acquisizioni”. L’appuntamento è come di consueto alle ore 17,30, all’auditorium Aldo Ducci di via Cesalpino.

Il primo incontro ha l’obiettivo di introdurre il pubblico al tema del paesaggio, inteso come risultato di un processo di costruzione storica, la cui configurazione attuale deriva da un insieme di fattori naturali e antropici. Secondo questa chiave di lettura possono essere analizzati anche i diversi quadri ambientali dell’Aretino, al fine di mettere in luce i valori ambientali, storici, culturali “sedimentatisi” nel paesaggio attraverso i secoli, non solo per fini conoscitivi, ma anche a supporto di una pianificazione consapevole degli interventi futuri. L’approccio seguito in questa lettura è quello della geografia storica: l’evoluzione storica dei quadri paesistico-ambientali è indagata facendo ricorso a un ampio ventaglio di fonti documentarie e iconografiche e unendo l’utilizzo di strumenti d’indagine tradizionali, quali la ricerca bibliografica e d’archivio e l’osservazione diretta sul terreno, a tecniche più innovative, come i sistemi informativi geografici e il telerilevamento.

Leonardo Rombai (1945) insegna dal 1976 discipline geografiche nell’Università di Firenze. Professore ordinario dal 1994, è da molti anni titolare della cattedra di Geografia Storica e ha ricoperto anche cariche istituzionali in ambito accademico e in seno alle principali società scientifiche del settore. La sua attività di ricerca si è concentrata sulla storia della geografia, dei viaggi e della cartografia, e sulla geografia storica applicata alle tematiche paesistico-ambientali e territoriali, anche in funzione delle politiche di pianificazione e della tutela/valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, con speciale riguardo per la Toscana. È autore di circa 400 pubblicazioni scientifiche, tra volumi, saggi, articoli e note.

Camillo Berti (1975) si occupa di gestione e analisi di dati spaziali con strumenti informatici presso l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana e collabora con il Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo dell’Università di Firenze, ricoprendo anche incarichi di docenza. Gli ambiti di ricerca riguardano prevalentemente la geografia storica e, in particolare, le dinamiche evolutive del paesaggio toscano (con particolare riguardo per il territorio aretino), la cartografia storica e le applicazioni dei sistemi informativi geografici all’analisi e alla rappresentazione del territorio.

La conferenza successiva è in programma il 14 ottobre, quando Leonardo Rombai parlerà del Valdarno Superiore e della Valdambra. A seguire, a martedì alterni fino al 9 dicembre, le conferenze di Luisa Rossi (Casentino e “terra barbaritana”), Camillo Berti (città e piana di Arezzo), Anna Guarducci (Valdichiana aretina) e Gian Franco Di Pietro (Valtiberina aretina ed alte valli della Marecchia e del Foglia). Come di consueto, gli incontri sono ad ingresso libero, con dibattito finale aperto a tutti.

Nella foto: Veduta casentinese di fine Settecento.