Home Nazionale Dalla crisi economica un’opportunità per progetti di sviluppo urbanistico di qualità

Dalla crisi economica un’opportunità per progetti di sviluppo urbanistico di qualità

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Roma, 11 apr. – (Adnkronos) – “La crisi che stiamo vivendo a livello economico ha una ripercussione notevole anche sui progetti di sviluppo urbanistico, ma l’altra faccia della medaglia è l’opportunità, perché ad essere in crisi sono tutti i progetti datati e dai criteri superati che non si configurano come sviluppo urbanistico qualitativo”. Così all’Adnkronos Andrea Ferrazzi, delegato nazionale Anci per l’Urbanistica e assessore a Urbanistica e Edilizia del Comune di Venezia.
“La nostra città oggi – continua il delegato Anci – non può più giocarsi sulla speculazione di antica memoria, ma sulla rigenerazione qualitativa. Anche dal punto di vista del ritorno di investimento dei priìvati è evidente che questa consapevolezza si stia diffondendo e quindi, paradossalmente, la crisi può diventare un volano di crescita per un’architettura e un’urbanistica finalmente di qualità”. Il mercato delle costruzioni in Europa ha un volume d’affari di 1.319 miliardi di euro, il 50,6% dei quali destinati alle ristrutturazioni, comparto che, al contrario delle nuove costruzioni, è in continua crescita dal 1995.
Secondo il Report Cresme “Riuso 03”, tra 2006 e 2013 il valore degli investimentio nelle costruzioni tradizionali si è ridotto a valori costanti del 32%, gli investimenti in nuova edilizia residenziale sono crollati del 58,7% e il giro di affari del mercato immobiliare si è ridotto a causa del crollo delle compravendite e dei prezzi del 60%. Anche le opere pubbliche di sola esecuzione fanno registrare una flessione che si attesta sul 52% così come il partenariato pubblico privato.
Il crollo di valore reale che ha colpito l’edilizia nel suo complesso, pari almeno al 32% rispetto al 2006 secondo l’Aniem (Associazione nazionale imprese edili), ha avuto e sta avendo forti ripercussioni sulle piccole e medie imprese del settore delle costruzioni: secondo una stima del Centro Studi Santonoceto, non meno di 13.000 imprese costruttrici hanno chiuso i battenti nel 2013, di cui 40 tra le principali 200 imprese a livello nazionale.
Puntare sulle riqualificazioni può essere la soluzioni alla crisi di settore. “Nei comuni italiani c’è molto da riqualificare, in alcune città in particolare lo sviluppo urbano è stato anche in parte speculativo e serve un’inversione di tendenza – commenta Ferrazzi – la consapevolezza sta crescendo e gli stessi costruttori hanno capito che l’aumento di volume non è sufficiente, anche perché nelle nostre città c’è un esubero di costruito e in queste città diffuse, ‘spaparanzate’, si sono persi i luoghi tradizionali del riconoscimento della comunità locale”.
Necessario quindi “ripensare una città che non occupa nuovo suolo ma che rigenera se stessa a partire dai terreni già costruiti attraverso progetti di abbellimento, risparmio energetico, riqualificazione”. Il 16 aprile l’Anci promuoverà un seminario “con tutte le categorie a livello nazionale sul tema del consumo di suolo e su come fare squadra per riportare la città urbanisticamente sostenibile al centro del Paese. Tema – conclude il delagato nazionale Anci – che ha a che fare con diverse questioni: con la qualità della vita dei cittadini, con il concetto di bello che non vuol dire effimero, con la competitività”.