Home Nazionale Dettori (Fp Cgil): sindacato non è impaccio su riforma p.a., serve confronto

Dettori (Fp Cgil): sindacato non è impaccio su riforma p.a., serve confronto

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Assisi (Pg), 9 apr. (Labitalia) – “Si ricomincia a parlare di riforma della pubblica amministrazione e nel farlo si ripercorre la stessa strada, almeno nella metodologia della controriforma Brunetta. Un confronto con il sindacato vissuto come impaccio, il ruolo del lavoro quale subordinata di un processo che guarda all’efficientismo in maniera astratta, un’idea di servizi pubblici che continua a tarare le proprie scelte in stretta connessione alla spesa immediata, rinunciando a qualunque interpretazione sociale, democratica e di volano di sviluppo del nostro sistema di welfare”. Così il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori, nel suo intervento di apertura, ad Assisi, del congresso della categoria del pubblico impiego di corso d’Italia, sulla riforma della pubblica amministrazione.
Secondo Dettori, se “c’è necessità di ricalibrare le dotazioni organiche” della P.a., “si accompagni questa proposta con un tavolo di confronto che palesi chiaramente l’obiettivo di procedere, da un lato, alla stabilizzazione dei precari e, dall’altro, alla immissione di forze giovani e qualificate, pronte al lavoro nel pubblico”.
“Vogliamo una riforma della pubblica amministrazione -sottolinea Dettori- che rimetta al centro il cittadino, il suo bisogno di protezione, i suoi diritti non la risultante della spending review. Noi, a differenza di altri, lavoriamo affinché dai processi di spending e riforme esca un’amministrazione più forte, più agile e capace di dare risposte, più inclusiva ed accogliente. Ci siamo spinti in una elaborazione di progetti di spending e di riforme istituzionali che provano a ridisegnare alla radice gli architravi del nostro sistema pubblico”.
Per Dettori, “riformare non può significare ridurre, riorganizzare non può voler dire restringere l’alveo delle prestazioni e la razionalizzazione non può essere interpretata come ulteriore impoverimento del lavoro e dei lavoratori o l’indebolimento di funzioni fondamentali come la sanità, l’assistenza, la formazione scolastica”. E, attacca la leader sindacale, “se essere conservatori oggi significa preservare lo stato sociale, l’idea di collettività e i principi di solidarietà ed uguaglianza, sono, siamo in cima alla lista dei conservatori”.
E a Dettori non va giù ‘il modo di fare’ del governo sul lavoro pubblico: “Le singolari battaglie dialettiche su prepensionamenti e turn over, e quelle sui possibili nuovi esuberi delle pubbliche amministrazioni, danno la cifra esatta di un approccio ai temi che riguardano il lavoro pubblico che continua ad essere in linea con le precedenti fallimentari esperienze di governo. Tutt’altro di un’Italia che cambia verso! Sempre alla ricerca di un colpo di teatro, di una proposta che sia di per sé risolutiva”.
Per Dettori, nel caso di apertura di una discussione su eventuali prepensionamenti e uscite, “il tema della modifica della riforma Fornero non può essere eluso: c’è bisogno di risolvere definitivamente il problema degli esodati, di tornare a un sistema di uscite flessibili e senza penalizzazioni, di rimettere in discussione i meccanismi di rivalutazione individuando le giuste soluzioni a garanzia di giovani, donne e precari”.
Al centro della relazione di Dettori anche la contrattazione e il contratto nazionale di lavoro: “Il sistema dei servizi ai cittadini ha bisogno di maggiore contrattazione, non di una sua diminuzione. Cara ministra Madia, caro presidente Renzi, l’idea che, nel tentativo di ricostruzione del Paese, si può fare a meno della rappresentanza sociale è già stata sperimentata con risultati fallimentari. E, guardate, non è che sia fallita solo per le reazioni che il sindacato ha messo in campo: è fallita semplicemente perché non regge l’idea che tra il mandato a governare e le cose da fare non ci debba essere nulla, nessuna verifica, nessuna relazione, nessun contrappeso”.
“Per quanto riguarda il contratto collettivo nazionale di lavoro, anche qui sono chiara: se qualcuno pensa -avverte Dettori- che possa essere percorribile lo scambio accennato fra gli effetti della riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti (gli 80 euro tutti ancora da intascare) e i 250/300 euro al mese di mancati adeguamenti contrattuali che ogni dipendente, pubblico o privato che sia, paga ogni mese, quel qualcuno sta sbagliando di grosso. Noi non lasceremo morire la rivendicazione per l’apertura immediata di un confronto negoziale teso a definire tempi e modalità di un rinnovo contrattuale che manca ormai da troppo tempo, sia nei settori pubblici che in quelli privati che garantiscono prestazioni pubbliche”.