Home Cronaca Dopo l’estradizione si aprono le porte del carcere per Kodra Nik

Dopo l’estradizione si aprono le porte del carcere per Kodra Nik

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Dopo l’estradizione si aprono le porte del carcere per Kodra Nik
Polizia di Stato

La “Primula Rossa di Arezzo”, KODRA Nik, nato in Albania il 17 luglio 1984, nella tarda mattinata odierna è atterrato in Italia all’aeroporto di Roma – Fiumicino, scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dopo essere stato preso in consegna da personale della Polizia di Frontiera di quell’aeroporto e da personale della Squadra Mobile di Arezzo, ha ricevuto la notifica dell’ordine di esecuzione per la carcerazione in virtù del quale dovrà scontare 9 anni ed 11 mesi di reclusione  come residuo di una condanna a 13 anni per tentato omicidio.

Nei confronti del KODRA pendeva un mandato di cattura, per il quale è stata chiesta ed ottenuta a tempo di record l’esecuzione in ambito internazionale, per il tentato omicidio di RUCI Rodjan, avvenuto, qualche anno fa,  nel corso della sparatoria tra opposte fazioni albanesi, in questo centro cittadino.

Anche dopo l’imputazione per tentato omicidio, il KODRA aveva continuato, in questo territorio, l’illecita attività di spaccio di cocaina ed eroina stroncata, però,grazie alle indagini  del personale della Sezione Antidroga di questa Squadra Mobile ed era risultato destinatario di un altro provvedimento cautelare restrittivo.

All’atto dell’emissione della sentenza per il tentato omicidio del Ruci, il KODRA si era però reso latitante ed era riuscito a lasciare il territorio nazionale ed a far perdere le proprie tracce sottraendosi alla cattura; il 30 dicembre 2013, in Albania, a Scutari, a conclusione di un’operazione internazionale di Polizia che ha visto impiegati gli uomini della Squadra Mobile di Arezzo, il personale italiano dell’Interpol e le Forze di Polizia Albanesi, è stato però rintracciato ed  arrestato.

Questa mattina, con l’arrivo in Italia dopo l’estradizione, la carriera criminale del KODRA ha visto il suo inevitabile epilogo, con l’apertura delle porte del carcere di Rebibbia.