Home Nazionale Effetto clima sull’area Mediterranea, agricoltura è settore in primo piano

Effetto clima sull’area Mediterranea, agricoltura è settore in primo piano

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Roma, 26 mar. – (Adnkronos) – Precipitazioni estive sempre più scarse, inverni più caldi e ‘mezze stagioni’ tropicalizzate. Nell’area mediterranea sarà l’agricoltura uno dei settori più colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici. Lo rileva Riccardo Valentini, professore ordinario presso l’Università degli Studi della Tuscia (dipartimento di Scienze dell’Ambiente Forestale e delle sue Risorse) che in occasione del convegno “Gestione Sostenibile del Mediterraneo” all’Accademia dei Lincei ha affrontato il tema “Impatto delle variazioni climatiche nel mediterraneo”.
“L’agricoltura – spiega Valentini all’Adnkronos – sarà uno dei settori più colpiti dai cambiamenti climatici, sia per quanto riguarda le risorse idriche sia per le modificazioni stagionali quindi la possibilità di coltivare alcune particolari cultivar. Gli attuali scenari prevedono sul Mediterraneo una riduzione delle precipitazioni nella stagione estiva e un riscaldamento nella stagione invernale, con la tropicalizzazione delle stagioni intermedie, cioè autunno e primavera. E lo stiamo vedendo sempre di più, con la formazione di pseudo cicloni sul Mediterraneo che causano le inondazioni”.
Con il clima che cambia “bisogna pensare a un grande piano di innovazione tecnologica per l’agricoltura – continua Valentini – possiamo fare molto per dare una risposta ai nostri agricoltori, sia sul fronte della riduzione dei consumi idrici con tecnologie nuove come l’irrigazione a goccia o a bassa dispersione”, sia della stagionalità “con calendari modificati su epoche di semina e lavorazioni del terreno”.
Consumi idrici in primo piano, visto che “l’Italia ha un triste primato sul tema del consumo di acqua con una impronta idrica media per persona superiore a 2.000 litri”. Tra i motivi di questo grande consumo di acqua “un’agricoltura che richiede molte risorse idriche e questo in parte è dovuto al clima mediterraneo che ha bisogno di molta acqua, ma la colpa – aggiunge Valentini – è anche dei nostri sistemi idrici, poco efficienti, e di una cultura dell’acqua ancora non votata all’efficienza e al risparmio”.
Anche secondo il quinto Rapporto di valutazione su impatti climatici, vulnerabilità e adattamento dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici), che sarà pubblicato il 31 marzo, entro la fine del secolo i cambiamenti climatici causeranno cali della produttività media globale dei raccolti agricoli del 2% a fronte di una domanda di cibo che invece crescerà del 14% ogni decennio.
Si registreranno un aumento e una maggiore volatilità dei prezzi alimentari: Oxfam stima che il prezzo mondiale dei cereali potrebbe raddoppiare entro il 2030, e la causa sarebbe per metà da addebitare ai cambiamenti climatici. Mentre l’aumento di temperatura di 1,5 gradi avrà gravi ripercussioni sul nostro sistema alimentare, l’Ipcc avverte che superata la soglia dei 3-4 gradi, avremo crisi alimentari globali totalmente fuori controllo.