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Fabiola Fani, lavoreremo sodo per crescere

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È un percorso tutto in salita quello di Fabiola Fani: da giocatrice ad allenatrice, fino a rivestire i panni del presidente. Alla guida del Casentino Calcio femminile, appare molto determinata nel raggiungere i suoi obiettivi.

Fabiola come ti sei ritrovata alla presidenza del Casentino calcio femminile?

«Mi sono avvicinata a questa squadra come allenatrice e lo sono stata fino all’anno scorso, poi con l’attuale vicepresidente, abbiamo deciso di dare una svolta a questa realtà. La società è nata tra amiche in un bar, quindi in maniera molto semplice e tranquilla, però col tempo ci siamo rese conto che avevamo tutte le potenzialità per crescere e costruire qualcosa di più grande, per questo abbiamo preso in gestione la società, assumendo un allenatore che potesse guidare le ragazze. Così facendo, io sono diventata presidente e abbiamo avuto la fortuna di avere un grande sponsor, la CEG, che spero davvero ci supporti anche per l’anno prossimo. Dobbiamo molto a questo sponsor perché ci ha permesso di vivere a pieno la nostra passione».

Quindi prima di questa avventura, hai sempre avuto a che fare con il mondo del calcio?

«Si, ho giocato a pallone per una vita: sono stata un anno in serie a e diversi anni in serie b e in serie c con l’Arezzo Calcio Femminile. Adesso, invece, sono al mio primo anno di presidenza».

 Come è strutturato il Casentino? C’è un settore giovanile?

«No per quest’anno non c’è, anche perché lo sponsor è arrivato qualche mese fa, quindi non saremmo mai riusciti in poco tempo a strutturare il tutto. È comunque un progetto che abbiamo intenzione di realizzare per il prossimo anno, dando vita a una vera e propria scuola calcio».

Quali sono gli altri obiettivi da raggiungere?

«Tra gli obiettivi principali c’è quello di far divertire le ragazze, mantenendo sempre un gruppo compatto e unito, in più vogliamo far sì che possano giocare senza pagare nessuna quota societaria: si tratta di ragazze molto giovani che studiano, quindi è giusto che facciano sport senza troppi sacrifici. Sicuramente, per quanto riguarda la squadra il nostro obiettivo è quello di salire in serie c: vogliamo far crescere la realtà del casentino nel calcio femminile e sono sicura che cela faremo».

Quali sono, invece, alcuni traguardi già raggiunti?

«L’anno scorso, alcune ragazze del Casentino calcio femminile sono state convocate in Rappresentativa regionale toscana e una di loro ha partecipato al torneo nazionale delle regioni, svoltosi l’anno scorso: questo è un traguardo importante che sicuramente ci ha riempito di soddisfazione».

Ripercorrendo le tue esperienze, com’è cambiato il calcio femminile negli ultimi anni?

«Penso sia cambiato poco, di sicuro c’è da lavorare ancora tanto in termini di visibilità, visto che è il calcio maschile a farla da padrone. Basti pensare alla nazionale maschile. Di conseguenza avendo poca visibilità diventa più complesso anche gestire la parte economica e gestionale: è un po’ difficile avvicinarsi al calcio femminile, quindi magari sarebbe proficuo un sostegno economico. A livello tecnico c’è poca differenza tra il calcio maschile e quello femminile, le distanze rimangono sempre in termini di visibilità ed è su questo che vogliamo puntare anche per avvicinare le bambine al mondo del calcio».

Aleggia l’intenzione di inglobare nelle società maschili quelle di calcio femminile, cosa ne pensi?

«Io vorrei che le due cose rimanessero separate e distinte, perché altrimenti si corre il rischio che la parte femminile rimanga la riserva della società. Tra l’altro visto che il maschile e il femminile viaggiano ancora su due binari diversi, è meglio mantenerli separati. Magari potrebbero anche esserci degli aspetti positivi, ma la verità è che in questo sport dominano ancora gli uomini».

Aspetti positivi e negativi del calcio femminile?

«Gli aspetti positivi sono legati allo sport in genere: a prescindere dalla tipologia, penso che lo sport sia un modo validissimo per divertire, unire le persone in gruppi di amicizia. Per quanto riguarda gli aspetti negativi non ne vedo molti, sicuramente nel calcio femminile sarebbe opportuno abbattere un po’ di pregiudizi sulle ragazze, per il resto non vedo altre negatività».