Home Nazionale Gaza sotto le bombe, colpiti una scuola Onu e un mercato: è strage di civili

Gaza sotto le bombe, colpiti una scuola Onu e un mercato: è strage di civili

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(AdnKronos) – Non si arresta la scia di sangue nella Striscia di Gaza, dove è stata colpita un’altra scuola gestita dalle Nazioni Unite. Dopo la struttura gestita dall’Unrwa colpita a Beit Hanoun, nelle ultime ore – secondo testimoni citati dall’agenzia di stampa Dpa – i tank israeliani hanno preso di mira la scuola al-Hussein del campo rifugiati di Jabalia, nel nord della Striscia.
Stando ai testimoni, anche questa struttura ospitava palestinesi in fuga dai combattimenti. I morti sarebbero 20. Ashraf al-Qedra, portavoce del ministero della Salute di Gaza, ha confermato che almeno 15 persone sono rimaste uccise e altre 90 ferite nell’attacco alla scuola.
Il commissario generale dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unrwa), Pierre Krahenbuhl, ha “condannato con forza” l’attacco e ha criticato duramente Israele. Per Krahenbuhl si è trattato di un attacco “intollerabile”. “E’ la sesta volta che una delle scuole dell’Unrwa viene colpita – ha scritto – Bambini, donne e uomini vengono uccisi o restano feriti mentre dormono in luoghi dove avrebbero dovuto essere al sicuro e protetti”.
Anche gli Usa hanno condannato l’attacco alla scuola. “Siamo estremamente preoccupati per il fatto che migliaia di palestinesi sfollati cui Israele ha detto di lasciare le proprie case non siano al sicuro nei rifugi allestiti dall’Onu a Gaza – afferma la Casa Bianca, secondo una dichiarazione diffusa dalla portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Bernadette Meehan, citata dal Guardian – Condanniamo anche chi si rende responsabile di nascondere armi nelle strutture dell’Onu a Gaza. Questa violenza sottolinea la necessità di concludere un cessate il fuoco prima possibile”. Sulle responsabilità nell’attacco alla scuola, la portavoce del Dipartimento di Stato, Marie Harf, ha precisato che “non sappiamo con certezza chi abbia colpito questa scuola. Dobbiamo avere tutti i dati”.
Ma su questo punto il segretario generale dell’Onu non concorda con gli Stati Uniti. Secondo Ban Ki-moon, “tutti gli elementi a disposizione puntano in direzione dell’artiglieria israeliana come causa” dell’attacco condotto prima dell’alba. Ban ha anche ricordato che le autorità militari israeliane avevano ricevuto le coordinate della scuola dall’Onu 17 volte.
Strage al mercato – Ancora sangue e ancora vittime anche nelle quattro ore di tregua umanitaria proclamata da Israele a partire dalle tre del pomeriggio. Un annuncio di cessate il fuoco che Hamas ha bollato come “propaganda”. Un raid condotto dai militari israeliani contro un mercato di Shajaya, a est di Gaza City, ha provocato almeno 17 morti e 200 feriti. Lo riferisce l’agenzia palestinese Maan, che parla di 35 morti in tutto nella Striscia di Gaza durante la tregua umanitaria.
La Maan cita il portavoce del ministero della Salute a Gaza che riferisce di un raid aereo dello Stato ebraico che ha colpito il mercato di Shajaya intorno alle 18 ora locale, un’ora prima della fine della tregua. Tra le 17 vittime si contano un giornalista e due paramedici, mentre molti dei feriti sono in gravi condizioni. Il bilancio, riferisce Maan, è stato confermato dalla locale Croce Rossa, che ha precisato che molti dei feriti necessitano di amputazioni. Molti corpi sarebbero ancora sotto le macerie. Il giornalista ucciso nel raid sarebbe un fotoreporter che lavorava per il Palestinian Network for Journalism and Media.
Hamas ha incolpato gli Stati Uniti per l’ultimo “massacro” dell’esercito israeliano. “L’amministrazione americana ha la responsabilità di questi massacri, perché fornisce le armi all’occupante che uccide la nostra gente”, ha tuonato Izzat Risheq, esponente in esilio a Doha dell’ufficio politico di Hamas. “Gli Usa devono mettere sotto pressione l’occupazione per fermare massacri e atti di terrorismo”, ha aggiunto sul suo profilo Facebook.
Colpiti 50 obiettivi a Gaza – Già nel corso della notte le forze armate israeliane avevano colpito oltre 50 obiettivi nella Striscia di Gaza. Sono state centrate numerose moschee che, secondo i militari israeliani, erano usate come postazioni di osservazione e celavano gli ingressi di alcuni tunnel sotterranei. Tra le vittime, secondo al-Qedra, ci sono anche dieci persone di una stessa famiglia uccise e altre 25 ferite in un raid aereo condotto contro un’abitazione a Khan Yunis.
Lanci di razzi contro Israele – Nella notte sono proseguiti anche i lanci di razzi contro Israele da Gaza, dove da martedì migliaia di persone sono senza elettricità dopo che è stata colpita l’unica centrale elettrica. Sono 2.670 i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza dall’inizio dell’operazione. Di questi, circa 280 hanno colpito lo stesso territorio della Striscia.
Gabinetto sicurezza Israele: forze armate continuino a colpire con forza – Il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato istruzioni alle forze armate perché continuino “a colpire con la forza Hamas e le altre organizzazioni terroristiche a Gaza” e concludano la missione di distruzione dei tunnel che collegano la Striscia a Israele. Lo riferiscono fonti diplomatiche citate dal Times of Israel.
Le azioni dell’esercito per localizzare e distruggere questi tunnel, proseguono le fonti, hanno permesso di raggiungere risultati strategici in un’area in cui Hamas ha investito molti sforzi negli anni. L’esercito continuerà ad osservare tregue umanitarie localizzate e temporanee “senza mettere a repentaglio le vite dei soldati israeliani e le operazioni di distruzione dei tunnel”. “Il proposito di queste tregue è di aiutare la popolazione civile di Gaza”.
Forze israeliane: siamo a pochi giorni da obiettivo – Il capo del Comando sud delle forze armate israeliane, Sami Turgeman, ha detto che le forze israeliane sono a “pochi giorni” dal raggiungimento dell’obiettivo militare di distruggere tutti i tunnel a Gaza malgrado si tratti di un processo complesso. Turgeman ha parlato di “diverse centinaia di militanti di Hamas” uccisi e della distruzione di centinaia di depositi armi. Solo nelle ultime 24 ore sono stati distrutti 4 tunnel, ha affermato Turgeman, citato da Times of Israel.
Negli ultimi scontri nella Striscia di Gaza sono rimasti uccisi tre militari israeliani, portando così a 56 il totale dei soldati morti durante l’operazione israeliana.
Olp: continuano sforzi inviato Onu per tregua di 72 ore – Nonostante il fallimento della breve tregua umanitaria proclamata per il pomeriggio a Gaza, l’inviato dell’Onu in Medio Oriente, Robert Serry, “continua a mantenere stretti contatti” con tutte le parti coinvolte per arrivare a una tregua di 72 ore. Lo hanno detto fonti dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) ad Aki-Adnkronos International. “Solo nel momento in cui la parte israeliana accetterà la tregua, sarà possibile inviare una delegazione palestinese al Cairo per avviare un negoziato indiretto con la mediazione dell’Egitto per un accordo di cessate il fuoco duraturo”, ha detto la fonte.
“Ci appare chiaro che il governo di Benjamin Netanyahu non vuole la tregua, nonostante l’aggressione militare su Gaza non abbia raggiunto gli obiettivi prospettati. L’esercito israeliano continua, nonostante la tregua annunciata per quattro ore, a commettere uccisioni” nella Striscia, ha aggiunto la fonte, con riferimento al raid al mercato. “Il silenzio della comunità internazionale, dei Paesi arabi e islamici – ha concluso la fonte dell’Olp – è assordante ed è interpretato da Netanyahu come un semaforo verde ai suoi crimini”.
L’intervento di Peres – Israele deve fare in modo che la Striscia di Gaza sia nuovamente posta sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese, ha detto l’ex presidente israeliano Shimon Peres. “Israele ha esaurito l’opzione militare”, ha aggiunto secondo quanto riporta il Jerusalem Post.
Cameron annuncia nuovi aiuti – Il premier britannico David Cameron si è detto preoccupato perché “gli avvenimenti sul terreno” stanno “iniziando a rendere impossibile la soluzione dei due stati” in Medio Oriente. Il primo ministro – riporta la stampa britannica – ha chiesto un cessate il fuoco senza condizioni ed ha annunciato aiuti extra per 3 milioni di sterline a Gaza per assicurare “che la gente abbia il minimo necessario, cibo, un riparo e l’assistenza di cui ha bisogno”. Cameron ha ribadito l’appello alle parti a far tacere le armi e ha puntato il dito contro Hamas per la violazione dei cessate il fuoco. “Dovremmo essere molto chiari sul fatto che vogliamo un cessate il fuoco umanitario senza condizioni che si applichi a tutti”.
Ambasciatori richiamati – El Salvador, Perù e Cile hanno richiamato i propri ambasciatori a Tel Aviv in segno di protesta per l’offensiva militare israeliana. In un comunicato, il ministero degli Esteri israeliano ha espresso “profondo disappunto” per quella che ha definito una “decisione avventata” che incoraggia Hamas.