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Giostra del Saracino: la notturna del 7 agosto 1937

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Giostra del Saracino: la notturna del 7 agosto 1937

Arezzo 7 agosto 1937. Oggi facciamo un salto indietro nel tempo di ben 77 anni. La città festeggia la festa del Santo Patrono e Piazza Grande è libera dai soliti banchi di venditori di frutta, verdura ed animali che arrivano dalla vicina campagna per vendere i loro prodotti. La Giostra del Saracino è ancora giovanissima avendo visto la luce solo 6 anni prima ma la passione ha già contagiato il popolo aretino. E quella sera si assisterà ad un evento che, chi c’era, descrive come unico e bellissimo. Si corre la prima Giostra in notturna della storia. L’illuminazione è ottenuta con fari artificiali e “tegamacci” con fiammelle. Il tutto dava alla Piazza un’aria suggestiva e mai vista prima. Le ombre che provengono dai palazzi, le Logge Vasariane, la Pieve, offrono una scenografia particolare, quasi commovente. Chi partecipa sia nelle vesti di figurante, se ne conteranno circa 400, che come spettatore rimane rapito da questa particolare atmosfera tant’è che le consuete scaramucce tra opposti quartieri risultano assenti. Il clima magico che si respira rimarrà impresso nella mente dei presenti che lo ricorderanno a lungo e tramandandolo alle generazioni successive arricchendo la storia di particolari che, a volte, rasentano la leggenda.

I prezzi per assistere alla manifestazione andavano dalle 3 Lire per i posti in piedi alle 15 Lire per la Tribuna A. Tanto per fare un piccolo raffronto consideriamo che il prezzo medio di 1 Kg, di pane era di Lire 1,60, 25 uova costavano 1 Lira, la pasta 3 Lire al Kg. mentre per acquistare un cappotto da donna comune servivano circa 475 Lire ed infine un ferro da stiro elettrico, quello che possiamo considerare il primo elettrodomestico, costava dalle 30 alle 40 Lire. In tutto questo ricordiamo che il salario medio di un operaio comune si aggirava intorno alle 250 Lire, quello di un impiegato dalle 320 alle 450 Lire sino ad arrivare alle circa 3.000 Lire di un generale o di un Professore Accademico. Per chi, come noi, è abituato a tutte le comodità non è facile immaginare che circa l’88% delle abitazioni italiane, nemmeno un secolo fa, era sprovvista di bagno e che la quasi totalità degli abitanti dei piccoli paesi lavava i propri panni al fiume. Nelle medie città, ed Arezzo era tra queste, esistevano dei lavatoi comuni. Ancora un paio di curiosità.

E’ l’anno nel quale il regime fascista vieta, per legge il “LEI” sostituendolo con il “VOI” e proibisce la “stretta di mano” considerata “non virile” e neppure “igienica”. Questa era Arezzo, e l’Italia, neppure 80 anni fa. Ma quella sera del 7 agosto nessuno pensava a questo in Piazza Grande, inconsapevole, se ne renderà conto solo col passare degli anni, di essere stato protagonista di una serata memorabile.

Ma come andò la Giostra? Questo l’ordine delle carriere: Porta del Foro, Porta Santo Spirito, Porta sant’Andrea e Porta Crucifera. Primo a tirare Antonio Martini che marcherà 4 punti dopo di lui tocca a Donato Gallorini detto “Donatino” che, nonostante l’illuminazione presumibilmente non perfetta, ferma la sua lancia sul 5. Seguono Ghinassi che marcherà 3 punti e Mugniai con un 2. Porta del Foro e Porta Santo Spirito si giocano la vittoria nella seconda tornata ma Bruno Gori marca solo 2 punti servendo su un piatto d’argento la vittoria a Santo Spirito a meno di clamorosi eventi. Giuseppe Neri coglie un 4 che porta i giallo blu ad un totale di 9 punti. Per Sant’Andrea e Colcitrone c’è solo una possibilità: spezzare la lancia e raddoppiare il punteggio. Le lance però rimarranno integre ed i punteggi, rispettivamente l’1 di Bottacci ed il 3 di Arturo Vannozzi non varieranno la classifica. E’ la quarta vittoria per Porta Santo Spirito che stacca nell’Albo d’Oro Porta del Foro e Porta Crucifera.
Marco Rosati