Home Nazionale In spigole e orate sostanze neurotossiche, la causa è nel riscaldamento delle acque

In spigole e orate sostanze neurotossiche, la causa è nel riscaldamento delle acque

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Roma, 26 mar. – (Adnkronos) – Spigole e orate pericolose per il nostro sistema nervoso centrale. Tutta colpa del riscaldamento globale. La scoperta arriva da una ricerca condotta dall’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il dipartimento di biologia e biotecnologia ”Carlo Darwin” dell’Università ”Sapienza” di Roma, l’Istc-Cnr e l’Università Cà Foscari di Venezia.
In particolare, spiega all’Adnkronos, Enrico Alleva, accademico deiLincei e direttore del reparto di neuroscienze comportamentali dell’Iss, ” a causa del riscaldamento globale le carni di spigole e orate sia allevate in vasca che allo stato brado o semi brado vengono contaminate da sostanze neurotossiche che sono particolarmente pericolose per bambini, anziani o persone con patologie perché provocano danni al sistema nervoso centrale”.
Sulla spigola, ad esempio, ”abbiamo visto che con l’aumentare della temperatura la risposta cosiddetta antipredatoria, ossia la capacità di sfuggire ad un predatore, diminuisce”. Questi pesci, dunque, ”sono meno capaci di sfuggire ai predatori”. Inoltre, ”altri studi hanno riguardato il modo con cui questi pesci si alimentano con altri piccolissimi pesci, o soprattutto con vermi o altri animali del fondo e abbiamo visto che diminuiscono le loro capacità di catturare prede veloci”.
C’è quindi ”il rischio che, se a causa del riscaldamento delle acque i pesci saranno meno capaci di catturare prede difficili perché mobili e si concentreranno su prede di animali che vivono nel fondo a contatto con il fango molto spesso contaminato, allora questi pesci potrebbero accumulare nelle loro carni qualcosa di potenzialmente tossico per la specie umana”.
Il cambiamento climatico globale, conclude Alleva, “interessa in forma crescente tutti i comparti della biosfera, e massivamente quello delle acque oceaniche, marine e dolci. Questo fenomeno mette a rischio la biodiversità ecosistemica e causa perduranti effetti, attraverso la catena trofica acquatica, anche sulla specie umana”.