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Iraq, jihadisti a caccia di nubili nelle zone conquistate

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(AdnKronos) – Vanno casa per casa chiedendo di vedere le carte di identità delle ragazze che ci vivono, con il chiaro obiettivo di individuare quelle non sposate. E’ questa la strategia usata dai miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) per radicare la loro presenza nelle zone dell’Iraq conquistate dopo il ritiro dell’esercito regolare di Baghdad.
Un esempio, citato dal quotidiano britannico Independent, è quello della città di Baiji, a nord di Baghdad, completamente sotto il controllo dell’Isil. Qui, appunto, i jihadisti stanno ‘setacciando’ le abitazioni in cerca di spose. “Ho detto loro che in casa c’erano solo due donne ed entrambe sposate – racconta un testimone, Abu Lahid – Hanno detto che la maggior parte dei mujahedin non è sposata e vuole una moglie. Hanno insistito per entrare nella mia casa e guardare le carte di identità delle donne’’, per verificare se queste erano nubili o sposate.
Già durante la guerra civile tra sunniti e sciiti del 2004-2008 al-Qaeda in Iraq costrinse le donne locali a sposare i suoi uomini, attirandosi le antipatie della gran parte della comunità sunnita. Anche ora, i matrimoni forzati potrebbero isolare l’Isil. La dirigenza del gruppo, cosciente di questo pericolo, ha infatti ordinato ai suoi uomini di non infastidire la popolazione locale se si tratta di sunniti, cercando di mantenere il loro sostegno politico.
La tv di Stato parla già di deragliamento dell’alleanza tra fazioni sunnite, ma nei fatti la popolazione è più preoccupata di un ritorno delle forze governative che della presenza dell’Isil. E questo anche se, in molte delle zone conquistate, i jihadisti stanno imponendo norme in linea con la Sharia. E’ successo ad esempio a Mosul, la prima delle città conquistate dall’Isil, dove inizialmente la popolazione è stata felice di vedere rimossi i posti di blocco dell’esercito che per anni hanno ridotto la mobilità, ma la tolleranza ha avuto effetti limitati. Proprio a Mosul una donna ha denunciato di essere stata frustata insieme al marito in quanto copriva solamente il capo con un velo invece di indossare il niqqab che cela l’intero corpo. Limitazioni sono anche state imposte circa il fumo delle sigarette o la visione della televisione nei bar.