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Isfol, dopo corso formazione professionale 1 giovane su 2 occupato

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Roma, 27 mar. (Labitalia) – I percorsi triennali di Istruzione e formazione professionale (Ifp) continuano a rappresentare in tempi di crisi un buon canale di accesso al mercato del lavoro: a distanza di più di 3 anni dalla qualifica lavora 1 giovane su 2. Lo rileva l’Isfol, sottolineando però che nel tempo ci siano stati dei peggioramenti: rispetto alla precedente indagine di 3 anni fa, infatti, la percentuale degli occupati cala del 9%. Questa situazione di più diffusa fragilità sul versante lavoro traspare anche dal dato relativo alla disoccupazione: a tre anni dalla qualifica risulta disoccupato il 42% del campione (contro il 27% della precedente indagine). In formazione e studio risulta il 6,6% dei giovani (contro il 9,7%). Solo l’1,3% è inattivo (contro il 4%).
Tra gli occupati l’85,6% risulta dipendente, l’8% è autonomo e il 6,4% ha un contratto atipico. La forma contrattuale più diffusa tra i lavoratori dipendenti è l’apprendistato: quasi il 35% dei maschi e oltre il 39% delle donne. Un quarto dei dipendenti ha un contratto a tempo determinato. Ciò conferma che l’ingresso nel mercato del lavoro è segnato quasi generalmente da rapporti di lavoro instabili. Ha un rapporto da dipendente a tempo indeterminato circa il 28% dei maschi e il 23% delle donne, percentuale per entrambi i sessi inferiore di circa 6 punti percentuali rispetto all’ultima rilevazione.
La crisi, inoltre, sembra aver acuito le disuguaglianze territoriali: il tasso di occupazione risulta, infatti, più basso nelle regioni meridionali dove è anche fortemente penalizzata la componente femminile. L’indagine Isfol sugli esiti occupazionali e formativi dei percorsi Ifp sottolinea migliori performance delle agenzie formative rispetto a quelle delle scuole: rispettivamente il 55% di occupati, contro il 38%. Due ragazzi su tre ritengono che la formazione ricevuta sia stata un requisito indispensabile per svolgere il proprio lavoro e il maggior gradimento viene espresso dai qualificati presso le agenzie formative.
“La filiera della Ifp – conclude l’Isfol – si conferma come un canale efficace nel rispondere a una duplice funzione: professionalizzante per coloro che scelgono di formarsi per una specifica figura professionale e che puntano a un più veloce inserimento nel mondo del lavoro; di ri-motivazione e recupero all’apprendimento per coloro che preferiscono modalità formative basate sull’esperienza, la pratica e lo stage”.