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Lo scautismo aretino progetta il proprio futuro

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AREZZO – Lo scautismo aretino progetta il proprio futuro. Sabato 8 e domenica 9 febbraio, 170 capi dell'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (Agesci) della zona di Arezzo si raduneranno a Sant'Egidio di Cortona per un convegno in cui verranno individuati gli obiettivi e gli ambiti educativi da perseguire nei prossimi anni. Da questi due giorni nascerà infatti il nuovo progetto di zona, il documento che traccerà la proposta scout da rivolgere ai 500 bambini e ragazzi dai 7 ai 21 anni divisi tra gli attuali sette gruppi della provincia di Arezzo (oltre alle quattro realtà cittadine, lo scautismo è presente anche in Casentino, a Cortona e in Valtiberina). Nelle ultime settimane i capi si sono interrogati sulle esigenze del territorio e sulle priorità educative da rivolgere ai loro ragazzi, dunque si presenteranno al convegno già preparati e con numerose proposte da inserire nel progetto che saranno concretizzate in quattro grandi macro-aree: l'impegno sul territorio, la proposta per bambini e ragazzi, l'essere Chiesa e la formazione dei capi. «Nel corso del convegno – spiega il responsabile di zona Francesco Spadini, – analizzeremo questi quattro ambiti per ricavarne alcuni impegni concreti per rendere viva e attuale la nostra proposta educativa. Questo progetto non sarà rivolto solo ai ragazzi ma anche ai rapporti con la Chiesa e con l'intero territorio su cui agiamo, con l'obiettivo di uscire dalle nostre sedi per aprirci sempre più alle realtà cattoliche e associative che ci circondano». Ad aprire il convegno sarà il responsabile regionale dell'Emilia Romagna, Andrea Provini, che sabato introdurrà i lavori fornendo ai capi alcune indicazioni su come leggere i bisogni dei ragazzi e come affrontare le nuove sfide imposte dall'attuale società. Poi ci sarà spazio per i lavori di gruppo in cui verranno strutturate tutte quelle proposte che la domenica saranno votate e inserite nel nuovo progetto di zona, prima della conclusione con la Santa Messa officiata dall'assistente ecclesiastico Don Salvatore Scardicchio. «Dai miei capi mi aspetto concretezza – conclude Spadini. – Lo scautismo aretino negli ultimi anni è stato colpito dalla crisi generale che sta vivendo il mondo dell'associazionismo, dunque dobbiamo dimostrarci capaci di cambiare rotta e di saper puntare in alto. Dobbiamo capire quello di cui i ragazzi e gli stessi capi hanno bisogno per poter riprogettare la nostra zona e per dare nuova linfa al nostro essere scout».