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Nel Mar Mediterraneo 17mila specie marine vegetali e animali

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Roma, 26 mar. – (Adnkronos) – Il Mar Mediterraneo è tra i più importanti ecosistemi al mondo per la sua ricchezza in termini di biodiversità. Pur rappresentando infatti lo 0.7% della superficie globale degli oceani, si stima che esso ospiti circa 17.000 specie marine sia vegetali sia animali, pari al 18% del valore totale delle specie che popolano i mari del pianeta. E’ quanto emerso in occasione del convegno ‘Gestione sostenibile del Mediterraneo’ organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei.
Purtroppo però, secondo una relazione dell’Ispra e di Federparchi, “le attività antropiche, che da sempre insistono sul bacino mediterraneo (come ad esempio la pesca, l’urbanizzazione, i trasporti, le industrie, il turismo), esercitano continue pressioni sull’ambiente che spesso si traducono in alterazione degli equilibri ecologici, inquinamento delle matrici ambientali, processi di erosione delle coste, sfruttamento eccessivo delle risorse naturali ecc”.
Tali attività, “oltre a determinare una perdita diretta di biodiversità, possono innescare il deterioramento e l’impoverimento delle capacità di resistenza e resilienza degli ecosistemi, minacciandone i processi ecologici ed evolutivi, soprattutto attraverso la frammentazione e il degrado degli habitat”. Pertanto, per proteggere e salvaguardare l’ambiente marino “sono state emanate linee guida e direttive comunitarie, come, tra le altre, la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (Msfd 2008/56/EC), che è volta proprio a promuovere l’uso sostenibile dei mari e la conservazione degli ecosistemi marini”.
Le aree costiere rappresentano una delle porzioni di territorio nelle quali l’azione antropica determina i maggiori cambiamenti. Il fenomeno principale “è la variazione del naturale assetto dei litorali, che può comportare l’aumento o l’innescarsi di fenomeni erosivi”. L’Ispra stima che in Italia, su 4.863 km di coste basse e deltizie, circa il 24% ha subito arretramenti medi superiori ai 25 metri negli ultimi 50 anni.
E i fenomeni di erosione costiera generano perdita di habitat. Inoltre, “gli interventi di protezione della costa comunemente utilizzati per contrastare tali fenomeni, se da un lato proteggono arenili e infrastrutture, possono essere causa esse stessi di ulteriori impatti sull’ambiente, più o meno significativi in funzione della presenza di habitat e specie protetti e/o sensibili”.
In fase di pianificazione e progettazione di un’opera di difesa costiera, quindi, “è necessario tenere conto, non solo dell’efficacia di un’opera nel contrastare l’erosione, ma anche degli effetti che la sua presenza può generare sull’ambiente emerso e sommerso, in accordo con i criteri propri della gestione integrata della fascia costiera”.