Home Nazionale Orrore in Siria, Is mostra un video con la decapitazione del giornalista Sotloff

Orrore in Siria, Is mostra un video con la decapitazione del giornalista Sotloff

0

(AdnKronos) – Lo Stato islamico ha trasmesso un video di 2:46 minuti che mostrerebbe la decapitazione di un altro dei suoi ostaggi, il giornalista Steven Sotloff, compagno di prigionia del reporter americano James Foley, anche lui decapitato lo scorso agosto. Lo riferisce il sito di intelligence Site, ripreso dal New York Times.
Come nel video della decapitazione di Foley, anche in quest’ultimo il militante che decapiterebbe Steven Sotloff avrebbe un accento britannico, facendo quindi pensare che si possa trattare della stessa persona. Il militante, non identificato, accusa l’amministrazione Obama e afferma “sono tornato, Obama, e sono tornato per la tua politica estera arrogante verso lo Stato islamico. Proprio come i vostri missili continuano a colpire il nostro popolo, i nostri coltelli continueranno a colpire i colli del tuo popolo”, ha detto ancora l’uomo facendo riferimento ai recenti raid aerei degli Stati Uniti in Iraq.
Nel filmato, inoltre, lo Stato islamico minaccerebbe anche l’uccisione di un terzo ostaggio, il britannico David Cawthorne Haines.
La madre del giornalista Usa, Shirley Sotloff, in un video, trasmesso lo scorso 27 agosto da Al Arabiya, aveva rivolto un appello a Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’Is, chiedendo il rilascio del figlio. La decisione dopo che nel video con cui lo Stato Islamico aveva mostrato al mondo la decapitazione del giornalista americano James Foley, l’Is aveva fatto vedere anche Steven Sotloff, minacciando di ucciderlo se Barack Obama non avesse fermato la sua operazione militare in Iraq.
“Steven è un giornalista innocente”, aveva detto la madre nel suo appello affermando che il figlio non poteva essere considerato responsabile per le azioni del governo degli Stati Uniti che non poteva controllare. “Ha viaggiato molto nel Medio Oriente per parlare delle sofferenze dei musulmani sotto il gioco dei tiranni, è un uomo generoso che ha sempre cercato di aiutare i più deboli”, aveva aggiunto la donna. E poi rivolgendosi direttamente all’autoproclamato califfo al Baghdadi la donna aveva concluso: “la prego di liberare mio figlio”. Sotloff, che aveva 31 anni, era scomparso mentre lavorava in Siria nell’agosto del 2013.
Washington sta verificando l’autenticità del video. Il governo americano ha visto il filmato e “la comunità di intelligence – ha detto la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti Bernadette Meehan – sta lavorando il più rapidamente possibile per determinarne l’autenticità. Se autentico, siamo sconvolti dal brutale assassinio di un giornalista americano innocente ed esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e gli amici”.
A proposito delle minacce sull’uccisione dell’ostaggio britannico, la portavoce del dipartimento di Stato Usa Jen Psaki, in conferenza stampa dalla Casa Bianca, ha detto che “non ci sono informazioni”. Intanto interviene il premier britannico David Cameron definendo la decapitazione di Sotloff un “atto assolutamente disgustoso e spregevole”. Profondo sdegno e massima determinazione nella lotta contro la minaccia del fanatismo anche da Matteo Renzi. ”Di fronte a un atto tanto raccapricciante, ci è sempre più chiaro quale sia la frontiera, quella della democrazia contro la barbarie”, sottolinea Renzi nella sua qualità di presidente di turno dell’Unione europea.
In mano ai jihadisti dello Stato islamico c’è almeno un terzo cittadino americano ancora. Si tratta di una cooperante 26enne, catturata lo scorso anno in Siria. Lo hanno riportato a fine agosto i media degli Stati Uniti, spiegando che la famiglia della donna e le autorità di Washington hanno chiesto che non sia identificata, per motivi di sicurezza.
Si ritiene che altri cittadini americani siano stati catturati da altri gruppi attivi in Siria. Tra loro Peter Curtis, rilasciato di recente dal Fronte al-Nusra, gruppo jihadista rivale dell’Is. Un altro giornalista americano, Austin Tice, è scomparso in Siria ad agosto 2012 e si ritiene sia in mano al regime di Bashar al-Assad. Un altro americano in Siria, Douglas McArthur McCain, è deceduto in circostanze non chiare a fine agosto.