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Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo: la pittura senza il quadro, la scultura oltre la forma

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Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo: la pittura senza il quadro, la scultura oltre la forma
Giuseppe Spagnulo

“Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo: la pittura senza il quadro, la scultura oltre la forma” è la nuova mostra realizzata dall’assessorato alla cultura e al turismo del Comune di Arezzo, in collaborazione con la Galleria Giraldi di Livorno, a cura di Marco Meneguzzo e Fabio Migliorati. Viene ospitata alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Piazza San Francesco dal 6 aprile al 11 maggio.

In occasione della Fiera Antiquaria, la mostra sarà visibile già dalle 10 di domenica 6 aprile mentre l’inaugurazione ufficiale si svolgerà alle 18 alle presenza dei due artisti, dei due curatori, dell’assessore alla cultura e al turismo, Pasquale Giuseppe Macrì, di Fabrizio, Dario e Marco Giraldi della galleria livornese.

La mostra è documentata in un prezioso catalogo Maretti Editore, un cofanetto di due libri, curato sempre da Meneguzzo e Migliorati che hanno voluto un prodotto editoriale tanto scientifico quanto divulgativo. Ingresso libero da giovedì a domenica, 10-13 e 16-20.

“Continuano così – ha sottolineato l’assessore Macrì – un percorso cominciato tre anni fa con una mostra sul Novecento e che ci auguriamo non si concluda e il ciclo delle grandi ‘personali’ alla galleria comunale, dopo quelle dell’opera di Lucio Fontana, Mario Schifano, Giuseppe Chiari, Sergio Fermariello, Sandro Chia, Luigi Ghirri, Jacques Villeglé. Ancora due figure storiche dell’arte contemporanea italiana: Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo, non insieme ma a confronto. Entrambi, fin dai primi anni Settanta, impegnati in una ricerca rigorosa e puntuale dell’arte quale linguaggio personale. Tale carattere si riversa nella gestione del rapporto con la materia, tanto intimo quanto comunicativo: intriso di messaggi diretti e comunque coniugabili, fatti di riferimento al simbolo universale del trattamento fisico dell’opera, del suo senso e del suo significato. Pinelli e Spagnulo, in questo loro ‘dialogo’, dimostrano come l’arte contemporanea rifletta su temi estetici universali e senza tempo: la vexata quaestio massa e colore è irrisolta dal 1300 quando in Toscana gli artisti si chiesero quale delle due dovesse prevalere. La scuola fiorentina, Cimabue, Giotto e Arnolfo di Cambio, scelse la massa mentre la scuola senese con Duccio e Simone Martini, linea e colore”.

“Intensamente lirico Spagnulo – ha precisato Fabio Migliorati – elegantemente scientifico Pinelli. Il primo è già artista alla fine degli anni Cinquanta, tra Lucio Fontana, Arnaldo Pomodoro, Nanni Valentini e da qui, da questa dimensione, agirà sempre ‘per via di materia’. Tuttavia, la sua concretezza quasi scientifica non è empirismo ma è disposizione rarefatta sul nulla della parete. Il secondo è risoluto nella scelta di una relazione cronica coi materiali; procede con fare istintivo e addirittura blasfemo, perché mai rispettoso delle forme perfette. Il suo ‘trattamento primordiale’ della materia è una sorta di cammino per riconvertire l’elemento in se stesso, tramite una forza segreta, nietzscheana, collegata alla terra e non al cielo”.

Galleria Comunale d’Arte Contemporanea: 6 aprile – 11 maggio