Home Nazionale Ricerca: ‘Start-up’ medicina dominano settore e vincono premi

Ricerca: ‘Start-up’ medicina dominano settore e vincono premi

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Roma, 26 mar. (Adnkronos Salute) – Negli ultimi anni in Italia il binomio ‘start-up’ e medicina è esploso. Sono tanti i progetti innovativi che si sono guadagnanti anche molti premi prestigiosi battendo altre realtà sul loro campo, ovvero generare imprese a elevato contenuto tecnologico. I dati 2013 dello studio di Assobiomedica dedicato agli incubatori d’impresa nel settore biomedicale, uno dei più frequentati dagli ‘innovatori’, ha individuato 214 start-up con attività di interesse per il settore dei dispositivi medici. Il 67% delle realtà censite è nato come progetto pilota dalla ricerca pubblica, mentre il 3% si è sviluppato da aziende preesistenti. Queste ‘start-up’ nascono spesso da un’idea di un medico che inizia a collaborare con un ingegnere.
“In totale sono circa 1.800 le start-up innovative censite in Italia secondo i dati del nuovo Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio e dedicato proprio alle ‘start-up’ innovative ad un anno dalla sua creazione” spiega all’Adnkronos Salute Marco Cantamessa, Dipartimento di ingegneria gestionale del Politecnico di Torino. Il 30% del totale di queste aziende ‘innovative’ opera in attività legate alla produzione di software e nella consulenza informatica. Il comparto della ‘ricerca e sviluppo’ è pari al 17,4%. “Ma sono rappresentati – aggiunge – anche altri settori: ecosostenibile, robotico-industriale, il campo socio-assistenziale. E, appunto, quello biomedicale e della salute”.Secondo il report di Assobiomedica, quasi il 60% delle ‘star-up identificate’ nel settore biomedicale è concentrato in quattro regioni: in testa l’Emilia-Romagna, seguono Lombardia, Toscana e Piemonte.
Lo studio ha preso in esame i siti delle università e dei centri di ricerca (per individuare gli ‘spin-off’ della ricerca pubblica), dei parchi scientifici e tecnologici o degli incubatori con attività di interesse per il settore dei dispositivi medici. Proseguendo nell’analisi per comparto si osserva che la maggior parte delle ‘start-up’ censite (quasi il 30%) risulta operare nei dispositivi diagnostici in vitro. È interessante notare che quasi il 15% delle ‘start-up’ del settore opera in più di un comparto e il 45% di queste si occupa di biomedicale strumentale.
Cantamessa sottolinea come “quello delle ‘start-up’ dedicate alla medicina è un settore di ricerca molto vivace. Nel campo biofarmaceutico – aggiunge – c’è sempre stato interesse verso questi incubatori, ma oggi assistiamo ad una crescita anche nel settore benessere e biomedicale. Ognuna di queste realtà è composta da 2-3 fondatori, imprenditori che hanno voglia di scommettere e sono ambiziosi. Perché – osserva – dietro la scelta di fondare una ‘star-up’ non c’è semplicemente una forma di autoimpiego, ma la voglia di dare vita ad una realtà solida e di ampio raggio che possa vivere sul mercato e creare anche posti di lavoro”.
Il Governo, per aiutare la nascita e lo sviluppo del settore, è intervenuto con il Decreto Crescita 2.0 (che ha dato il via al Registro) poi convertito in legge, che avvia una serie di esenzioni, fiscali e nei rapporti di lavoro, per la costituzione e l’iscrizione delle imprese nel Registro delle imprese. Queste nuove realtà si stanno imponendo anche all’attenzione di prestigiosi premi dedicati alla ricerca tecnologica. L’ultima edizione del Premio Start-up dell’Anno organizzato da PniCube, associazione degli incubatori universitari, è andato alla’ start-up’ biomedica Niso Biomed, produttore e rivenditore di dispositivi diagnostici per la prevenzione di tumori e malattie gastrointestinali. A confermare come il 2013 sia stato l’anno delle start-up mediche, è stato anche il Premio Marzotto. Lo scorso novembre la Fondazione Gaetano Marzotto ha premiato con 250 mila euro una start-up nata all’interno della Scuola di Sant’Anna di Pisa: ‘Wearable Light Exoskeleton’. Il progetto di un esoscheletro da indossare come un abito, che aumenta la forza di carico delle braccia e la deambulazione delle gambe, diventando un sostegno fondamentale per anziani e disabili.
Ma non sono solo rose per le ‘star-up’ mediche. “In Italia queste realtà hanno sempre la precisa ambizione di diventare impresa a tutti gli effetti – osservano gli esperti di Assobiomedica – e questo vale sia per gli ‘spin-off’ aziendali atipici, sia per quelli della ricerca pubblica. Questi ultimi in particolare, pur rappresentando una tipica modalità di trasferimento tecnologico, non di rado nascono in risposta alla mancanza di prospettive per molti giovani ricercatori. Ma incontrano enormi difficoltà nel trovare sostegni in fase di validazione delle proprie innovazioni”.
C’è anche chi ha messo nero su bianco come fondare una star-up sanitaria, svelando anche il segreto per il successo. L’hanno fatto James Oliver Senior e Adam Dole, rispettivamente web designer e manager della Mayo Clinic (Usa) spiegando la ‘ricetta’ giusta in una intervista al sito www.fastcoexist.com. Secondo i due esperti bisogna essere “empatici come un dottore, ma progettare come un imprenditore”.
E’ questa la chiave per lanciare un progetto vincente nello sviluppo di tecnologie al servizio della medicinaAd esempio, se l’ambizione è quella di sviluppare un’app’ dedicata alla salute per gli smarthphone “quelle più promettenti sono quelle progettate per le malattie croniche insieme alla comunità medica e testate con un trial pilota sui pazienti – osservano i due specialisti – Immaginate l’impatto che potrebbero avere se potessero essere prescritte dal dottore. Il difetto della maggior parte delle ‘start up’ che operano nel campo della salute – chiosano – sono sconnesse dal sistema sanitario fatto di medici, pazienti, istituzioni, agenzie regolatorie e investitori, che in realtà vorrebbero cambiare”.
Anche in Italia c’è chi ha provato a dare delle risposte ad alcune domande che assillano chi vorrebbe partire con un progetto di ‘start-up’: dove nasce un’idea innovativa imprenditoriale? A quali istituzioni rivolgersi per ottenere finanziamenti, consulenza e supporto per farla germogliare? Ebbene, le risposte le ha date con una infografica molto utile l’Università telematica Niccolò Cusano di Roma nella sezione ‘blog’ del sito.
Grazie ai dati e ai diagrammi dell’accattivante ‘Startup for beginners’, chi vuole avere maggiori informazioni su questo mondo e il suo vocabolario, spesso in inglese, può attingere online per una prima infarinatura ai consigli e ai dati dell’infografica.