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Salute: ‘malati di crisi’, in 1 anno +15% Sos per problemi mentali

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Milano, 16 apr. (Adnkronos Salute) – Giovani schiacciati dall’assenza di futuro, under 60 alle prese con i crucci degli eterni precari, disoccupati. Età media: 50 anni, ma il paziente più giovane ne ha appena 25. Sono i ‘malati di crisi’, categoria in costante crescita. Tanto che l’Osservatorio sulla crisi della Fondazione Policlinico di Milano ha registrato negli ultimi 12 mesi un aumento del 15% delle richieste di aiuto correlate a problemi o disagi legati alla ‘Grande depressione’ dell’era moderna.
Aumentano le ‘prime visite’, spiegano gli esperti dell’Irccs, e il dato “conferma il trend degli anni precedenti, nei quali i ‘pazienti della crisi’ sono passati dagli 8 del 2010 ai 32 del 2012: in pratica, ad oggi la crisi economica è uno dei fattori rilevanti nella comparsa di problemi psicologici in almeno un paziente su 15 dei Centri psico-sociali, e il trend è destinato ad aumentare ulteriormente”. I dati, anche se preliminari, “si mostrano coerenti con le rilevazioni dei precedenti anni. Risultano essere colpite fasce di popolazione eterogenee: oltre ai giovani, nei quali è rilevante il pensiero di ‘assenza di futuro’, ci sono anche individui con età media più elevata, compresa tra i 35 e i 59 anni, spesso in situazione di precarietà lavorativa. L’identità lavorativa è un importante fattore protettivo per la salute mentale delle persone, insieme alle relazioni familiari e sociali, alla sicurezza economica e a numerosi altri fattori”.
Il fenomeno dei pazienti della crisi è trasversale. E c’è una certa eterogeneità anche sotto il profilo professionale: dai dati emerge che a chiedere aiuto sono soprattutto piccoli commercianti, dirigenti di azienda e, paradossalmente, professionisti dell’area delle ‘professioni d’aiuto’, come educatori od operatori socio-assistenziali.
I dati dell’Osservatorio sono stati ottenuti attraverso una “metodologia rigorosa”, e mostrano anche che le persone psicologicamente colpite dalla crisi “ricevono un minor supporto dalla propria famiglia o dall’habitat sociale rispetto sia alla popolazione generale sia alle persone afferenti al centro per altre patologie, con la probabile conseguenza di esternalizzare maggiormente il disagio”. La crisi, insomma, colpisce due volte: la prima a livello psicologico dell’individuo, e la seconda ‘isolando’ la persona dal supporto di parenti e amici. Le richieste d’aiuto legate alla recessione riguardano principalmente disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, dell’adattamento, problemi d’insonnia e disturbi del comportamento.
“L’approccio scelto dall’Osservatorio – spiega in una nota Carlo Altamura, direttore del Dipartimento di neuroscienze e salute mentale del Policlinico – è di andare in profondità, evitando spiegazioni semplicistiche. Questo può essere fatto intervenendo in modo integrato sugli utenti, con operatori specialistici del Centro psico-sociale, come psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, che collaborano con operatori che già operano sul territorio e assumono un ruolo determinante nella riattivazione della rete sociale di supporto”. I ‘pazienti della crisi’ sono sia uomini che donne, con una lieve predominanza del sesso femminile. L’età media è 50 anni, anche se ci sono alcuni casi più ‘estremi’: il più giovane ha 25 anni, ma non mancano pazienti della terza età. “Un chiaro segno – commenta Andrea Giannelli, responsabile del progetto – che le problematiche psicologiche riconducibili alla crisi economica sono trasversali a numerose fasce di popolazione”.