Home In Evidenza Scatizzi si è dimesso da Presidente della Commissione Garanzia. Polemiche sul carattere di urgenza della seduta. Le interrogazioni

Scatizzi si è dimesso da Presidente della Commissione Garanzia. Polemiche sul carattere di urgenza della seduta. Le interrogazioni

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Scatizzi si è dimesso da Presidente della Commissione Garanzia. Polemiche sul carattere di urgenza della seduta. Le interrogazioni
Luigi Scatizzi

La fase d’avvio del Consiglio comunale di questo pomeriggio

In apertura di seduta Luigi Scatizzi ha rassegnato le dimissioni da Presidente della Commissione di Garanzia: “ho valutato la necessità di farlo in questa fase amministrativa e politica. Mi dimetto, quindi, da Presidente e da componente della Commissione. Nell’approssimarsi della scadenza elettorale, l’Associazione Popolari per Arezzo alla quale mi ispiro, ha deciso di proiettare la sua azione nell’ambito di un’alleanza di centro sinistra. Ritengo quindi opportuno dimettermi”. La Presidenza della Commissione controllo e garanzia è infatti di norma assegnata ad un consigliere di opposizione.

Il consigliere Barone: “vorrei stigmatizzare la decisione di far ricorso al meccanismo delle convocazioni di urgenza, sia per le commissioni che per lo stesso Consiglio. Il termine “urgenza” deve far riferimento a fatti eccezionali e imprevedibili. In realtà questa seduta non ha assolutamente carattere di urgenza. Si sta abusando di questo termine. Mi viene un dubbio: non è che il Presidente ha dovuto penare per trovare la disponibilità del 16 consiglieri del Pd”.

Il consigliere Ruzzi: “la commissione patrimonio è stata convocata con sole 24 ore di preavviso. Non è accettabile e finisce per non essere conciliabile con gli impegni lavorativi dei consiglieri”.

Il Presidente Ralli ha risposto che la decisione di convocare d’urgenza sia le Commissioni che il Consiglio è derivata dall’approfondimento di alcune scadenze temporali a cui l’Amministrazione comunale è chiamata a far fronte

Il consigliere Francini: “la pratica sui lavori pubblici è stata bocciata l’ultima volta e quindi non può essere ripresentata con le stesse caratteristiche. L’emergenza non è del Consiglio comunale ma del Pd: le istituzioni sono piegate agli interessi di una parte. Il Pd risolva le sue beghe in piazza Sant’Agostino e non in piazza della Libertà.

Il Presidente Ralli ha risposto che la pratica sui lavori pubblici non è stata approvata in prima istanza e non bocciata come affermato da Francini. Può quindi essere presentata in seconda istanza con gli stessi contenuti.

Il consigliere Rossi ha ricordato che la decisione di non far arrivare il Commissario era finalizzata a far assolvere all’Amministrazione alcuni compiti fondamentali prima dello scioglimento. Parliamo quindi di atti che servono ad Arezzo e ai cittadini. Questa responsabilità deve essere sentita da tutti i consiglieri, sia di maggioranza  che di minoranza.

Il consigliere Tulli: “vorrei intervenire come cittadino. Quello che sta accadendo qui è piuttosto triste. Il programma di questa amministrazione  non è stato rispettato. Qui non c’è alcun presidio democratico ma un palcoscenico per le primarie del Pd. Un partito che ha deciso di andare avanti da solo e non ci riesce”

Il consigliere Farsetti: “oggi sempre più spesso affrontiamo i problemi con urgenza. Giuseppe Fanfani ha fatto venir meno il suo voto alla maggioranza facendo venir meno il suo patto con i cittadini. Inoltre le pratiche vengono presentate all’esame dei consiglieri solo alla scadenza del tempo utile”.

Il consigliere Peloso: “faccio un appello al senso di responsabilità che era emerso la sera delle dimissioni di Giuseppe Fanfani da sindaco della città. Responsabilità per evitare la gestione commissariale”.