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Striscia di Gaza, la tregua si allontana. Israele respinge la proposta di Kerry

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(AdnKronos) – Si allontana la tregua nella Striscia di Gaza. Il gabinetto di Sicurezza di Israele ha respinto la proposta di cessate il fuoco del segretario di Stato Usa John Kerry. Lo ha reso noto un alto funzionario israeliano citato da Haaretz. Discussioni, si legge ancora, continuano su come perfezionare la proposta a favore di Israele. La notizia è stata data anche dalla televisione pubblica israeliana, precisando che la proposta è stata respinta “all’unanimità” dal gabinetto di sicurezza.
In precedenza si era appreso che Hamas valuterà la proposta di cessate il fuoco avanzata dal segretario di Stato americano. Lo ha riferito, secondo quanto riportato dalla stampa israeliana, Mustafa al-Sawaf, direttore del quotidiano Al-Risala, vicino ad Hamas. Il nodo, ha spiegato al Sawaf, riguarda le clausole dell’accordo relative alla demilitarizzazione di Gaza e al mantenimento delle truppe israeliane nella Striscia.
Kerry, intervenuto in serata in conferenza stampa al Cairo, ha auspicato in “un cessate il fuoco di almeno una settimana con possibilità di ulteriore estensione”, ricordando che “il popolo ha diritto a trovare una situazione più pacifica”. “La cosa migliore è sedersi al tavolo dei negoziati e parlare, ma è necessario che si discuta su delle garanzie” che vogliono le parti, ha detto il segretario di Stato americano. “Bisogna assolutamente negoziare – ha aggiunto – e poi stabilire quelle che sono le priorità”.
“Il popolo di Gaza ha sanguinato abbastanza” ha sottolineato in conferenza stampa il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon. “Non c’è una soluzione militare a questo conflitto”, ha messo in chiaro, rimarcando quanto sia necessario “affrontare le radici della crisi”. Come il segretario di Stato Usa, anche il segretario generale dell’Onu ha chiesto “un cessate il fuoco di sette giorni da estendere ulteriormente”.
Oltre 800 morti tra i palestinesi – Il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora. Tra i palestinesi sono almeno 842 i morti e 5.240 i feriti. Quattro palestinesi sono rimasti uccisi in Cisgiordania nel corso di manifestazioni in segno di solidarietà con gli abitanti della Striscia. Il bilancio delle vittime tra i soldati israeliani è di 35 morti.
Intanto, dopo una notte di relativa tranquillità, è ripreso il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza contro il territorio israeliano. Secondo quanto riportano i media israeliani, le sirene di allarme hanno risuonato nelle regioni meridionali e centrali di Israele, tra le quali l’area metropolitana di Tel Aviv, dove il sistema Iron Dome ha intercettato e distrutto due razzi. Le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno rivendicato in un comunicato il lancio di tre razzi M75 (Qassam) contro l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, tutti intercettati dal sistema di difesa Iron Dome.
A seguito del lancio di razzi, un volo della Air Canada è stato costretto a ritardare l’atterraggio continuando a sorvolare l’aeroporto internazionale di Tel Aviv. Al pilota, si legge sui media canadesi, la torre di controllo ha chiesto di eseguire un normale “go-around” finché non fossero ritenute sicure le condizioni dello spazio aereo intorno all’aeroporto. Il volo Ac84, ha spiegato la portavoce della compagnia aerea Isabelle Arthur, ha modificato la rotta ed è atterrato in sicurezza alle 12:07 locali, dieci minuti più tardi del previsto.
Da Ue altri 5 mln per aiuti umanitari – La Commissione europea ha stanziato altri 5 milioni di euro a favore dell’emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza. I nuovi fondi serviranno a sostenere le operazioni delle organizzazioni umanitarie per distribuire acqua potabile, kit igienici e cibo e garantire servizi medici di emergenza. I nuovi aiuti portano il totale degli aiuti Ue a Gaza nel 2014 a 23,5 milioni di euro.
Oxfam: appello per cessate il fuoco a Gaza – Un cessate il fuoco immediato tra Israele e Hamas a Gaza è l’appello lanciato dalla onlus Oxfam Italia, che in un comunicato parla di “dati sempre più allarmanti” in arrivo dalla Striscia: “oltre 170mila gli sfollati”, molti dei quali costretti a sopravvivere “con soli 3 litri d’acqua al giorno”. Oxfam ricorda che si contano “170 bambini uccisi” e “116 scuole danneggiate dai bombardamenti”. Finora 140mila persone hanno trovato “un rifugio temporaneo nelle oltre 80 scuole della Striscia disposte per l’accoglienza”, ma per molte famiglie “non c’è più un posto sicuro dove ripararsi dagli attacchi”. Le condizioni nelle scuole sono precarie, cibo e acqua potabile scarseggiano.
La onlus, presente nella zona con 34 operatori locali, “sta trasportando rifornimenti vitali di acqua per 19.000 rifugiati presso le scuole, una chiesa e una moschea; sta anche rifornendo l’ospedale Al Shifa, che negli ultimi giorni ha avuto un massiccio afflusso di vittime, compresi molte donne e bambini. Gli stessi ospedali e strutture sanitarie sono stati colpiti dagli attacchi e risultano gravemente danneggiati”. “La richiesta di cure, acqua, cibo e spazi di accoglienza attrezzati cresce giorno per giorno. Il terribile prezzo pagato dai civili è scioccante” sottolinea il responsabile delle emergenze umanitarie di Oxfam Italia, Riccardo Sansone.
In Germania nuove proteste contro Israele – Proseguono intanto le proteste in diverse città della Germania contro l’offensiva militare israeliana nella Striscia. La più grande manifestazione, nel corso della quale non sono stati scanditi slogan antisemiti, si è svolta a Berlino con circa 1.200 persone. L’ambasciatore israeliano in Germania, Yakov Hadas-Handelsman, ha difeso le azioni del suo Paese: “E’ nostro diritto e nostro dovere difenderci dalle provocazioni”. Tra le altre città in cui sono previste manifestazioni ci sono Stoccarda, Hannover e Bonn. A Berlino è stato segnalata un’aggressione a un giovane che indossava la kippah. Uno sconosciuto, ha riferito la polizia, lo avrebbe colpito al volto, calpestandogli poi gli occhiali caduti a terra. Il giovane, 18 anni, è quindi scappato verso una sinagoga nelle vicinanze.