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Turchia: minatori sopravvissuti, ispezioni superficiali a Soma

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Ankara, 16 mag. – (Adnkronos/Aki) – Erano ”superficiali”, nel migliore delle ipotesi, le ispezioni condotte all’interno della miniera di Soma, nella provincia di Manisa nella Turchia occidentale, dove un’esplosione ha causato la morte di almeno 284 persone, la maggior parte per inalazione di monossido di carbonio. Lo denuncia uno dei supravvissuti durante un’intervista all’emmitente privata Halk Tv. ”Le macchine fischiavano da due anni. Sapevo perchè. Stavano sccavando in zone dove c’era il metano e dove non si sarebbe dovuto scavare”, ha raccontato. Un documento rilasciato nel 2010 dall’Ordine degli Architetti e degli Ingeneri aveva denunciato che il bacino di Soma conteneva un alto livello di metano.
Il sopravvissuto ha anche detto che le ispezioni circa le attivita’ di scavo erano insufficienti. ”Gli ispettori venivano, ma prendevano in rassegna solo i tunnel principali. Non facevano attenzione ai dettagli”, ha detto. Un altro sopravvissuto ha raccontato al quotidiano Milliyet che l’unico rifugio disponibile era collocato troppo lontano per essere di qualche utilita’ in momenti di emergenza. ”La probabilita’ di essere avvelenati prima di raggiungere la camera di rifugio era alto. Non conoscevamo la densita’ del gas presente. Così ci siamo potuti andare con le maschere a ossigeno, ma era rischioso”, ha detto. I soccorritori hanno poi spiegato che i 14 minatori che avevano cercato riparo nel rifugio, una camera di cinque metri quadrati, sono morti dopo aver condiviso le poche maschere a gas a disposizione.