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Turismo ad Arezzo, più delle feste comandate pote’ lo sport…

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Turismo ad Arezzo, più delle feste comandate pote’ lo sport…
Turisti in bici in Piazza Grande - Arezzo

Indagine della Confcommercio fra gli alberghi del Comune capoluogo a pochi giorni dalla Pasqua e dai ponti primaverili

Sarà ancora una volta lo sport, più delle feste comandate, a garantire la maggior parte delle presenze negli alberghi di Arezzo. Lo dimostra l’indagine previsionale effettuata dalla Confcommercio tra le 19 strutture del Comune capoluogo, a pochi giorni dal week end pasquale.

Due eventi legati ad equitazione e rugby, in particolare, incideranno dunque più della Pasqua sui bilanci della ricettività. A dare una boccata d’ossigeno al settore arriveranno poi i gruppi organizzati da alcuni tour operator internazionali, che ormai da 2 – 3 anni utilizzano gli alberghi aretini come base per visitare il centro Italia. Anche in questo caso, la concomitanza con le festività pasquali sarà solo casuale. Per il resto, nelle prenotazioni alberghiere è ancora praticamente invisibile l’esercito silenzioso di quanti, in coppia o con figli e amici al seguito, approfitteranno delle vacanze di Pasqua per trascorrere qualche giorno in una città d’arte come Arezzo.

La maggior parte degli alberghi, in particolare quelli abituati a lavorare con i gruppi, per il week end di Pasqua ha già prenotazioni per otto camere su dieci, ma per una media di una o due notti al massimo”, spiega la responsabile dell’area turismo di Confcommercio Laura Lodone, “chi lavora con gli individuali, invece, ha ancora la maggior parte delle camere libere e, dal momento che coppie, famiglie e piccoli gruppi di amici sono abituati a prenotare all’ultimo tuffo, sarà il meteo a fare da ago della bilancia: con il caldo e le temperature quasi estive si preferiscono le mete vicine al mare, le città d’arte vanno meglio se il clima rimane ancora incerto”.

Le gare in corso presso l’Arezzo Equestrian Centre di San Zeno (prima il Toscana Tour, poi dal 17 al 20 il CSIO giovanile e pony di San Marino- Arezzo) riempiono di cavalieri e gente al seguito le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere dell’area limitrofa, portando il dato medio dell’occupazione nei giorni di Pasqua a superare l’80%. Gli ospiti sono per il 50% stranieri, privilegiano strutture di piccole dimensioni e immerse nel verde, comunque sempre abbastanza vicine al centro ippico. Per gli operatori “baciati” dall’ippica, sarà quindi facile prevedere il tutto esaurito nei giorni di Pasqua, grazie alle richieste di individuali, soprattutto italiani, che anche all’ultimo momento potrebbero coprire quel risicato 20% di camere rimaste libere. “Alcune strutture di charme, soprattutto in campagna, stanno lavorando bene anche con offerte tipo Smart Box, pacchetti tutto compreso, in genere ricevuti come regalo, dove il pernottamento si accompagna ad altri servizi come una cena al ristorante, trattamenti di bellezza o degustazioni di vino e prodotti tipici”. 

Ancora un evento sportivo, la seconda edizione del Torneo dei Quattro Quartieri, sta invece portando bene ad alcuni grandi alberghi della città: la manifestazione di rugby giovanile che si svolge dal 18 al 20 aprile garantisce infatti la copertura di molte camere. “In qualche caso siamo quasi all’80% di occupazione, se si somma la carovana del rugby ai gruppi dei tour operator che usano Arezzo per lo stop over, ovvero come base per i pernottamenti, da cui poi raggiungere Firenze, Siena e Perugia per visite giornaliere che solo in rarissimi casi includono anche Arezzo”, dice Laura Lodone.

L’indagine della Confcommercio conferma dunque che la scelta di Arezzo come meta turistica non sia legata all’appeal delle sue risorse storico-artistiche, ma ad altre motivazioni: “i turisti non arrivano da noi per il richiamo della città ma per fare qualcosa di specifico: uno scalo tecnico se viaggiano in gruppo, oppure per seguire una passione come lo sport preferito. Ed è proprio il turismo delle passioni la nuova frontiera delle vacanze”, dice la responsabile della Confcommercio, “per questo, se è vero che Arezzo negli anni Ottanta ha perso per una serie di motivi l’occasione di diventare una meta ambita e famosa come altre città toscane, e adesso è difficile recuperare le posizioni perdute, è vero anche che ci sono margini per sviluppare l’economia turistica puntando sul mercato delle passioni”.

Per quanto i dati dell’indagine previsionale facciano sperare in una Pasqua da pienone, nessuno in Confcommercio si lascia andare a facili entusiasmi: “per la Pasqua è probabile il tutto esaurito per il 25 aprile le promesse sono buone, mentre ancora rimane incerto l’esito del ponte del Primo Maggio, che sarà rimesso soprattutto al last minute”, spiega Laura Lodone, “il mercato dei ponti primaverili è infatti prevalentemente italiano e si muove sotto data. Gli stranieri, che invece prenotano con più anticipo, arrivano soprattutto per le vacanze di Pentecoste, che sono per i Paesi protestanti quello che 25 Aprile e 1° maggio sono per noi italiani”.

“Ma la questione è un’altra: con una permanenza media di uno o al massimo due notti, gli alberghi possono ragionevolmente sperare di riempirsi solo nel fine settimana. I giorni infrasettimanali rimangono quasi vuoti, con tassi di occupazione media intorno al 35%, quindi molto al di sotto di quel 50% che è la soglia minima di sopravvivenza per una struttura ricettiva” sottolinea Lodone.

Una rondine non fa primavera. E la primavera pur con le sue feste non può, da sola, salvare un settore che continua ad avere bisogno di servizi, infrastrutture e sostegno, soprattutto in mete  “deboli” come Arezzo. “Il problema”, secondo l’esperta di Confcommercio, “è che con l’accentramento progressivo delle funzioni di governance turistica a livello regionale, le politiche di programmazione le decidano solo le destinazioni forti, già consolidate. Alle altre, frenate dalla mancanza di una rete sistemica tra imprese ed enti pubblici, rimarrà solo da spartirsi le briciole del mercato e solo a patto di rispettare l’immagine ormai consumata delle cartoline della Toscana: campi di girasole, file di cipressi, vigne ed oliveti, opere d’arte di Leonardo e Michelangelo”. Un po’ riduttivo, per una città che non vorrebbe vivere solo di passato. O che, semplicemente, non ha da mostrare opere di Leonardo da Vinci e Michelangelo…