Home Cultura e Eventi Cultura Tutti pazzi per Gianrico Carofiglio al Giardino

Tutti pazzi per Gianrico Carofiglio al Giardino

0

Gentile e disponibile, Gianrico Carofiglio ha conquistato fin dal suo arrivo il pubblico del Giardino delle IDEE.

“Dispiace presentare il proprio libro di fronte a così poco pubblico” ha esordito sorridendo ricevendo il primo fragoroso applauso.

Tantissimi persone che fin dal primo pomeriggio di sabato hanno atteso l’apertura del Teatro Vasariano, ben presto esaurito in ogni posto.

“Il mio romanzo narra l’iniziazione alla violenza e all’amore” ha continuato rispondendo alla prima domanda di Barbara Bianconi sul suo nuovo romanzo, bestseller da alcuni mesi.

“Enrico Vallesi legge una notizia sul giornale: in un conflitto a fuoco con i carabinieri, è rimasto ucciso un rapitore, da poco uscito di galera. Il nome della vittima riporta Enrico alla fine degli anni Settanta, al primo giorno di liceo, quando in una classe di quindicenni aveva fatto la sua comparsa Salvatore, più volte bocciato, turbolento, il compagno che gli aveva insegnato come difendersi dalla violenza di strada e superare a testa alta quel territorio straniero che è l’adolescenza. Ai ricordi di Enrico si alterna il racconto del suo ritorno nella città dalla quale era partito, quando non aveva ancora conosciuto gioie e delusioni del matrimonio e del suo mestiere di scrittore. Un ritorno a casa in cerca di risposte ai propri tormenti, per scoprire quello che tanti anni prima si era lasciato alle spalle, ma anche per capire cosa è diventata nel frattempo la sua vita” ha raccontato.

Ne Il bordo vertiginoso delle cose infatti, passioni e amore si fondono, in una appassionata narrazione.

“Si tratta di un romanzo di formazione, che descrive il confine labile che intercorre tra il successo e il fallimento – ha aggiunto – ambientato nei difficili anni di Piombo, che sono proprio quelli in cui ho vissuto la mia adolescenza. L’iniziazione alla violenza non deve essere considerata come un processo di crescita necessario; non lo consiglierei sicuramente, ma è indubbio che aiuti a maturare”.

“La totale assenza di rischio – ha proseguito – non permette infatti di crescere. L’eccesso di tutela non è benefico”.

Rispondendo alle domande di Andrea Avato ha poi raccontato come la carriera di magistrato, ormai conclusasi, sia nata per caso, senza alcun legame diretto con il periodo storico nel quale è cresciuto, gli anni di Piombo appunto del romanzo.

Per quanto concerne invece l’attività di scrittore, ha spiegato come questa sia nata come passatempo, e solo nel tempo si sia evoluta a vero e proprio mestiere.

“A me non piace scrivere nella tranquillità – ha continuato – ho scritto molto in aeroporto, in treno, o in Senato durante la mia esperienza politica. Scrivere deve essere qualcosa di difficile e sofferto. Se non risulta così, significa che quello che si sta scrivendo non vale la pena di essere raccontato”.

Molti i temi trattati: la politica, la scrittura.

“Credo alle persone che amano profondamente la politica” ha ribadito “nei confronti di Renzi inoltre nutro una certa simpatia e credo che abbia ottime doti politiche”.

Per quanto riguarda il processo vero e proprio di scrittura, Carofiglio ha spiegato come la sua scrittura sia soggetta a continue revisioni.

La scrittura di saggi è indubbiamente più facile di quella di romanzi, in quanto “quando scrivi un saggio scrivi di qualcosa che conosci e padroneggi, mentre quando componi un romanzo, scrivi per fare chiarezza su qualcosa che sino a quel momento non avevi capito”.

Al termine dell’incontro consueta fila al desk libreria.

E poi autografi, scatti fotografici, e tantissime attestazioni di stima e di gratitudine.