Roma, 19 set. (Adnkronos) – “Siamo coerenti con la dottrina della Chiesa. Auspichiamo che ci sia un’apertura sulla questione dei sacramenti ma rimaniamo fedeli rispettosi di quelle che sono le prescrizioni del Vangelo. Il nostro lavoro è quello di dare accoglienza e spiegare perchè non si può accedere ai sacramenti”. A parlare all’Adnkronos è Franca Sardi, presidente della associazione di cattolici separati ‘Tutti figli dello stesso padre’. Alle porte del Sinodo straordinario sulla famiglia, che ha fatto registrare prese di posizioni autorevoli all’interno del mondo ecclesiastico sull’apertura dei sacramenti a separati e divorziati, i diretti interessati stanno a guardare, con fiduciosa speranza.
“Il discorso teologico lo lasciamo a chi di dovere, – spiega all’Adnkronos Ernesto Emanuele, presidente della associazione “Famiglie separate cristiane” – ma stiamo preparando un documento da inviare al sinodo. Noi ci limitiamo all’accoglienza delle persone separate, cerchiamo di dare loro calore. Questa è la comunione che offriamo e che può anche, in qualche modo, sostituire quella del sacramento. Le aperture proposte dal Cardinale Kasper prevedono, comunque, un lungo percorso di penitenza, difficile da affrontare per tutti. La Chiesa dovrebbe smetterla di proporre l’immagine delle famiglie “doc” tipo “Mulino bianco” e concentrarsi sulla realtà”.
La maggior parte dei cattolici, secondo Franca Sardi, “non si interessa dei sacramenti fino a che il problema non viene fuori per necessità, ad esempio per il battesimo di un parente o altro. C’è poi chi sente questo problema come un peso inaffrontabile: è su queste persone che la Chiesa deve interrogarsi e magari confrontarsi con altre confessioni che hanno posizioni diverse su questa tematica”.