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Atri, made in Italy viaggia con il travel retail

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Roma, 26 nov. (Labitalia) – Il made in Italy viaggia con il travel retail. Sempre più lo shopping “è il motivo del viaggio” e il turista che va in un luogo “cerca di appropriarsi di qualcosa del posto a partire dai prodotti dell’artigianato”. E’ quanto emerge dalla rivista di studi e analisi ‘Travel retail Italia’, realizzata dall’Associazione Atri e presentata oggi a Roma nella sede di Confindustria.
“E’ l’unica esperienza editoriale del genere in Italia -ha detto Luigi Troiani, direttore della rivista- che affronta un settore così importante per il nostro Paese. Nasce dalla volontà degli associati Atri di diffondere la cultura del travel retail e di come possa realmente contribuire all’espansione e qualificazione del made in Italy. Un lavoro di analisi che ci ha portato a sottolineare l’importanza anche delle infrastrutture aeroportuali che fanno diventare il viaggiatore cliente, capace di spendere il proprio reddito e di conoscere i nostri prodotti”.
“Chi non conosce il nostro settore -ha affermato Fulvio Fassone, presidente Atri- tende ad associarlo a una mera questione economica, ma di fatto non è così. Il travel retail costituisce una parte importante dei servizi turistici e rappresenta un punto di contatto rilevante tra il turismo e la conoscenza delle realtà-prodotti nazionali e locali, promuovendo territori e prodotti che, per la maggior parte, provengono dalle produzioni nazionali e locali”. Il travel retail, ha aggiunto, rappresenta “un’opportunità originale per far conoscere il prodotto italiano ai consumatori stranieri che arrivano quotidianamente nei nostri aeroporti”.
Per il presidente di Federturismo enzo Iorio “il travel retail sta diventando un aspetto sempre più importante per il nostro Paese. Più del 50% dei viaggiatori condivide su reti digitali cosa sta facendo e cosa sta vendendo e nello stesso tempo l’85% dei viaggiatori crede più a quello che si scrive sui social network, piuttosto che a quello pubblicizzato dalle aziende. Per questo lo shopping -ha osservato- diventa sempre più una motivazione del viaggio e, da parte nostra, porre l’attività commerciale al servizio dei viaggiatori è diventato fondamentale per stimolare la crescita economica del Paese”.
“Anche l’Europa -ha ammesso Armando Peres, presidente del comitato Turismo dell’Ocse- guarda con grande interesse a questo settore perché sta alla base dello sviluppo che, dopo la crisi, stiamo attraversando. Di fatto il turismo cresce e anche il travel retail che è legato all’evoluzione esperenziale del turismo”.
“Il turista che va in un luogo -ha spiegato- ormai cerca di appropriarsi di qualcosa sia di immateriale come la musica o il dialetto del posto visitato, sia di materiale come prodotti dell’artigianato e alimentari locali. In pratica, lo shopping è diventato sempre di più il motivo del viaggio e tenendo presente che gli acquisti di questo genere vengono fatti d’impulso, comprando anche cose non necessarie ci rendiamo conto di quanto possa essere importante il travel retail. Per questo la rivista deve meritare l’attenzione necessaria che, però al momento non c’è, da parte delle istituzioni italiane”.
Una considerazione approvata in pieno da Ignazio Abrignani, presidente dell’Osservatorio parlamentare del turismo e vicepresidente della commissione della Attività produttive, commercio e turismo della Camera. “Che il turismo -ha ricordato- è il petrolio dell’Italia è una frase che viene sempre ripetuta all’inizio di ogni legislatura, ma poi la cosa non ha seguito. Lo dimostra il fatto -ha ammesso- che il nostro Paese non ha un ministero dedicato al turismo. Un settore fondamentale viste le bellezze dell’Italia che dovrebbe chiamarsi ministero del Turismo e dei beni e delle attività culturali e non il contrario come è adesso”.