Home Attualità Economia Banca Etruria, le Acli condannano le politiche dell’indifferenza

Banca Etruria, le Acli condannano le politiche dell’indifferenza

0
Banca Etruria, le Acli condannano le politiche dell’indifferenza
Stefano Mannelli

AREZZO – Un provvedimento intollerabile e un abuso ai danni dei cittadini. È netta la posizione delle Acli provinciali di Arezzo espressa dal presidente Stefano Mannelli nei confronti della situazione che si è venuta a creare a margine del salvataggio di quattro istituti di credito italiani, tra i quali anche Banca Etruria. Il provvedimento governativo ha infatti ridotto a mera carta straccia la sottoscrizione di obbligazioni subordinate da parte di tanti risparmiatori, che hanno pagato la loro fiducia nei confronti di una banca del territorio che, al contrario, dovrebbe tutelare i propri clienti considerandoli come una parte essenziale del proprio patrimonio. «Quanto accaduto – afferma Mannelli, – conferma ancora una volta l’atteggiamento di indifferenza e la cultura dello scarto che i forti esercitano nei confronti dei più deboli e di coloro che nel corso degli anni hanno continuato a garantire fiducia ad una banca che già pativa uno stato di sofferenza e che si è ben guardata dall’illustrare i rischi e le potenziali conseguenze derivanti dalla sottoscrizioni di obbligazioni subordinate».

Negli ultimi giorni molte persone hanno vissuto il dramma di veder dissolvere i sacrifici e i risparmi di una vita, dunque le Acli invitano le istituzioni, le associazioni di categoria e le stesse rappresentanze politiche ad intercettare e a declinare con fermezza e determinazione quanto sta accadendo, con l’obiettivo di intraprendere tutti gli opportuni provvedimenti volti ad individuare i responsabili dell’attuale situazione e a garantire i rimborsi a coloro che sono stati danneggiati. «Necessaria e saggia – continua Mannelli, – è anche l’attenzione ai dipendenti di Banca Etruria ed al loro futuro lavorativo e professionale, una risorsa importante e strategica per il territorio. Una società civile non può permettere che vengano deliberate azioni come quelle delineate da questo provvedimento di governo che vanno ad impattare solo ed esclusivamente sui più deboli».