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Carenza di anestesisti, ridotto il numero di interventi chirurgici non urgenti

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Carenza di anestesisti, ridotto il numero di interventi chirurgici non urgenti
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Criticità storica di carattere nazionale. Impossibile trovare sostituzioni per gli assenti. Grande impegno dei professionisti per attività aggiuntive, ma non basta. Azienda e Regione impegnati, ma soluzioni non alla portata di mano

AREZZO – Il problema è noto da anni e le conseguenze altrettanto. In Italia c’è una carenza strutturale di anestesisti (ma anche di radiologi e altre categorie professionali).
Sulle ragioni di questa crisi si è discusso molto, ma ancora il sistema sanitario nazionale non ha trovato una adeguata soluzione.
Un po’ i numeri chiusi nelle università, un po’ la difficoltà nella pubblica amministrazione di raggiungere in modo costante la copertura delle piante organiche a cui si aggiungono le forti limitazioni sia alle assunzioni che alla apertura di altre graduatorie per la sostituzione di chi lascia per  i motivi più disparati  (trasferimento, malattia, maternità, incarichi sindacali o politico-istituzionali).
Una premessa per poter dire chiaramente che questo stato di cose si ripercuote inevitabilmente sulla operatività delle strutture sanitarie, comprese quelle della nostra Azienda.
EMERGENZA ANESTESISTI
La pianta organica è di 52 medici-anestesisti, distribuiti nei cinque presidi ospedalieri.  Sei sono quelli in questo momento assenti dal servizio per maternità o altre ragioni.
Da mesi l’Azienda sanitaria aretina, al pari di quelle delle altre province toscane, si adoperano con ogni mezzo per attingere professionisti da tutte le graduatorie disponibili. Ma queste, sia per le assunzioni a tempo pieno che determinato sono praticamente vuote. La difficoltà ad avviare nuovi concorsi è determinata da norme nazionali stringenti.

E questa carenza strutturale crea anche una ulteriore distorsione del sistema: i pochissimi anestesisti disponibili hanno la possibilità di scegliere le sedi a loro più congeniali, sia al momento dell’accesso che durante l’attività con le liste di mobilità. Resta il fatto che la “coperta” è più corta del solito.

Gli anestesisti, oltre a gestire le rianimazioni dei nostri ospedali, coprono tutte le urgenze, comprese l’assistenza negli interventi chirurgici non rinviabili, ad iniziare da quelli di natura oncologica.

A CACCIA DI SOLUZIONI

L’azienda ha attivato il numero massimo possibile di “ore aggiuntive”, ma più di tanto non è possibile. E allora da alcuni giorni le agende delle sale operatorie per gli interventi programmati, quelli che per loro natura si definiscono “non urgenti”, si sono accorciate. In tutti i cinque ospedali della nostra provincia si opererà di meno. In termini percentuali si varia da 10% al 20%.

“L’impegno nostro è costante e continuo – Branka Vujovic – in ogni direzione, valutando ogni forma di ricerca di questi professionisti secondo ovviamente i necessari standard di qualità e nel rispetto delle leggi. Ringrazio gli anestesisti in servizio, ad iniziare dal loro direttore Marco Feri, per la loro grande disponibilità a mantenere l’offerta, con prestazioni aggiuntive e un impegno straordinario necessario a coprire le esigenze dei nostri presidi. Approfitto di questa comunicazione per chiedere scusa in primo luogo a quei cittadini che subiranno disagi da questa condizione momentanea, e mi auguro che comprendano le nostre ragioni e il nostro impegno. Si tratta, come sapete di un problema di tutti e anche la Regione sta studiando soluzioni e interventi che portino noi e tutta la sanità toscana fuori da questo problema che è cronico, ma adesso ancor più sentito”.