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Vinitaly 2015, un fantastico viaggio alla scoperta del mondo del vino

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Vinitaly 2015, un fantastico viaggio alla scoperta del mondo del vino
Vinitaly 2015

Amanti del vino tenetevi forte! Stiamo per raccontarvi un viaggio in un mondo affascinante, dalle mille sfaccettature, dai mille profumi e dalle infinite emozioni. Stiamo per raccontarvi la nostra prima esperienza di visitatori al Vinitaly 2015, la più importante fiera sul vino in Italia e tra le prime al mondo, che si è svolta quest’anno dal 22 al 25 marzo. “Vinitaly 2015 Another Love Story in Verona” 49° edizione -come recita il titolo dell’evento- è, dopo la più celebre love story veronese resa immortale da Shakespeare, un’altra incredibile storia d’amore ambientata nel nostro meraviglioso paese. Avevamo sentito spesso parlare del fascino di questa fiera ma avevamo solo una vaga idea di cosa si trattasse e tanta curiosità di visitarla.

Decidiamo quindi di dedicare quest’anno al Vinitaly un paio di giorni, che però non risulteranno sufficienti per gustare la manifestazione nella sua interezza ma che sono comunque riusciti a dare a noi, visitatori alle prima esperienza, un quadro già discreto e utile soprattutto a capire come organizzare la visita delle prossime edizioni. L’imponenza e l’importanza della manifestazione s’ intuisce già arrivando a Verona, una città che non è certo una metropoli ma che è abituata ad un consistente e costante flusso turistico per le attrazioni irresistibili come l’Arena o il balcone di Giulietta. Ci accorgiamo già subito appena arrivati che la città è letteralmente in tilt per le orde di visitatori che sciamano verso il polo fieristico a piedi, essendo insufficienti le aree di parcheggio a disposizione e con uno spiegamento di vigili urbani che dissuadono immediatamente dall’idea di parcheggio selvaggio. Un rapido passaggio dal centro accrediti dove ci omaggiano di una comoda borsa molto “trendy” con il logo della manifestazione (tre sorsi di vino bianco, rosso e rosé a forma di cuore) e dispositivo usb, siamo pronti per iniziare la nostra avventura.

Vinitaly 2015

L’esposizione è immensa, suddivisa in padiglioni numerati ad ognuno dei quali corrisponde una o più regioni ed ovviamente regioni a grande vocazione enologica come la Toscana e il Veneto ne hanno due a testa. Decidiamo di partire dal padiglione dell’Alto Adige, organizzato in un mix di piccoli viticoltori indipendenti e di cantine affermate: il livello dei vini da provare è alto e merita una particolare menzione uno strepitoso Pinot Nero Riserva della cantina Hofstätter. Dal Sud Tirolo ci spostiamo in un lampo in Friuli Venezia Giulia, puntiamo sui bianchi e dopo un’escursione in casa Bastianich (bagno di folla per assaggiare i vini del popolarissimo giudice di Masterchef) rimaniamo favorevolmente colpiti da un vino che non conoscevamo, il Kaplja del produttore Damijan Podversic. Si tratta di un vino della zona di Gorizia, risultato sublime di un mix di vitigni che rilascia al palato una grande intensità e complessità.

Al Vinitaly ci vuole davvero poco per fare il giro d’Italia e così subito dopo saltiamo in Basilicata poichè abbiamo voglia di conoscere meglio l’Aglianico del Vulture Doc, considerato uno dei vini rossi migliori della nostra penisola e per questo soprannominato “il Barolo del Sud”, in virtù delle sue caratteristiche d’invecchiamento. Le nostre attese non rimangono deluse, quello che degustiamo è un vino importante, complesso e ben strutturato, uno di quei vini che persiste in bocca a lungo e non si dimentica facilmente…e allora evviva la Basilicata ed evviva l’Aglianico del Vulture! In terra lucana finisce la nostra prima giornata, veramente istruttiva e intensa. Ricaricati da una notte di riposo ripartiamo il giorno seguente: le idee sono chiare, esplorare a fondo la nostra terra, l’amatissima Toscana da sempre vocata alla produzione di questo meraviglioso nettare degli dei.

Vinitaly 2015

Come già detto la Toscana con il Veneto occupa lo spazio più grande all’interno dello spazio fieristico, c’è davvero da sbizzarrirsi e da perdersi in un mondo di cantine grandi e piccole, produttori di fama e giovani promettenti di cui sentiremo parlare presto. Decidiamo di lanciarci a tutto campo e alla fine della giornata ci rendiamo conto di avere spaziato dal Chianti, al regno del Brunello, al Nobile di Montepulciano, al Bolgheri della costa, non tralasciando i vini dell’ Aretino, con i maggiori produttori della nostra provincia raccolti in uno stand della Camera di Commercio e le altre etichette molto famose della nostra terra – come Tenuta Setteponti, Il Borro, Tenimenti D’Alessandro – organizzate con un proprio stand. Un trattamento regale ci è stato offerto dall’azienda Colle Bereto di Radda in Chianti nella persona dei suoi proprietari e dell’amico Bernardo Bianchi, che vogliamo ringraziare per la splendida accoglienza riservataci e la memorabile bruschetta condita con l’olio prodotto dall’ azienda che ci ha accompagnato nella degustazione dei fantastici vini.

Si respira ovunque la cultura del vino e del buon vivere, c’è un’antica sapienza che si sprigiona dai racconti dei produttori, un giustificato orgoglio e tanta cordiale umanità. Tra i personaggi più interessanti e singolari che abbiamo incontrato ricordiamo le simpaticissime proprietarie del Podere Sanguineto di Montepulciano, cantina che brilla per la produzione di un grande Rosso e di un favoloso Nobile, veri piaceri del palato che abbiamo degustato facendoci raccontare nei minimi dettagli la storia dell’azienda. Il tempo passa purtroppo troppo velocemente a Vinitaly! Cerchiamo allora di visitare più padiglioni possibili ma subito soprassediamo accorgendoci che sarà un’impresa impossibile. Ci rechiamo allora in Veneto per confrontarci con i suoi celebri vini bianchi e il pregiato Amarone, in Piemonte perché entrambi adoriamo i suoi magnifici rossi, come il superbo Barolo che abbiamo apprezzato nella produzione dall’azienda

Cavallotto, proposto in annate differenti e che ci ha lasciato di stucco. Passando poi dalla Sicilia ci siamo fatti sedurre da altre etichette di cantine produttrici di nero d’avola, frappato e del magnifico nerello mascalese dei vini dell’Etna. E per finire con un’esperienza “forte” chiudiamo con i “vini estremi” della Val d’Aosta. Sono detti estremi perché le vigne si trovano ad oltre 1.000 metri di altitudine, in condizioni climatiche molto dure, ma questa sofferenza e asperità dell’ ambiente fa dare alla vite il meglio di sé. Addentrarci nel nostro Belpaese non è mai stato così facile, così rapido e tanto piacevole. Per questo motivo concordiamo con chi, a ragione, giudica Vinitaly un’esperienza da provare per comprendere le infinite anime della penisola anche nelle produzioni enologiche. Alla prossima, dunque, e…in alto i calici!

FOTO BY: SUSANNA BURICCHI