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Consulenti lavoro: nella manovra del governo c’è più attenzione a professionisti

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Roma, 11 nov. (Labitalia) – Nella manovra e anche in altri provvedimenti del governo, “c’è una maggiore attenzione verso i liberi professionisti e i lavoratori autonomi in generale”. Così, con Labitalia, Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, analizza gli effetti della manovra dell’esecutivo sul mondo dei professionisti e lavoratori autonomi.
“Questo è importante -spiega ancora De Luca- perché siamo passati da un Paese che era molto attento solo ai lavoratori subordinati, cosa corretta e dovuta, ma adesso anche alle esigenze e ai diritti di quelli che sono i lavoratori autonomi e che fino ad oggi hanno avuto solo doveri”.
Secondo De Luca, “il ddl lavoro autonomo va in questa direzione e anche sugli studi di settore se verranno interpretati nella loro ipotesi di riforma non come uno strumento di accertamento: questa è la grande differenza che deve sottostare alla riforma degli studi di settore”. “E’ inutile -sottolinea- cambiarne il nome e modificarne in qualche modo le modalità attuative. L’importante è lo scopo, la filosofia alla base della riforma. Non possono essere -spiega De Luca- uno strumento di accertamento, come molte volte si trasformano”.
Attenzione però, secondo i consulenti del lavoro, a oneri troppo ‘pesanti’ per i lavoratori che usufruiranno della flessibilità in uscita verso la pensione prevista dall’intervento del governo in legge di stabilità.
“Certamente -spiega De Luca- viene aumentata, incentivata la flessibilità in uscita con la possibilità per i lavoratori di avere un prestito e anticipare di 3 anni e 7 mesi l’uscita dal lavoro”.
Secondo i consulenti, si tratta di “una flessibilità onerosa per i lavoratori e noi come Fondazione Studi dei consulenti del lavoro abbiamo fatto delle proposte per verificare la potenzialità di alcune variazioni, perché non vorremmo che questi oneri a carico dei lavoratori possano non agevolare l’efficacia di questo intervento”.