Home Nazionale Droga: arresti Palermo, fiumi di hashish da Napoli in Sicilia

Droga: arresti Palermo, fiumi di hashish da Napoli in Sicilia

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Palermo, 1 dic. (AdnKronos) – L’operazione antidroga che all’alba di oggi ha portato all’arresto di sette persone, tra Napoli e Palermo, per gli inquirenti, è la conferma “dell’ormai collaudato canale di approvvigionamento di hashish che da Napoli faceva arrivare la droga fino a Palermo, per inondare le piazze di spaccio della città”. I rapporti tra esponenti di vertice del mandamento di Porta Nuova e un 50enne palermitano, Matteo Cracolici, ritenuto favoreggiatore di Matteo Messina Denaro e “contiguo all’organizzazione mafiosa e da sempre attivo nel settore del traffico di droga tanto da esserne uno dei principali referenti”, specie nei rapporti con i fornitori campani permettevano di “avviare una specifica attività investigativa che documentava le condotte illecite e individuava i ruoli degli arrestati consentendo il sequestro di ingenti quantitativi di hashish”.
Dalle prime ore del mattino, a Palermo e Napoli, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale carabinieri di Palermo stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’ufficio Gip del Tribunale di Palermo Lorenzo Jannelli su richiesta della Procura distrettuale di Palermo diretta da Francesco Lo Voi, nei confronti di 7 persone ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e Teresa Principato, oltre che dai sostituti Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco, è una costola di quella denominata ‘Panta Rei’, conclusasi nel dicembre 2015 con l’arresto di 38 persone ritenute appartenere ai mandamenti mafiosi di Porta Nuova e Villabate-Bagheria. Cracolici, infatti, “supportato da co-finanziatori palermitani, anch’essi legati a consorterie mafiose cittadine, si recava periodicamente a Marano (Napoli) presso l’abitazione di un insospettabile imprenditore 63enne al quale consegnava cospicue somme di denaro celate nel doppio fondo della sua autovettura per far poi rientro a Palermo”, dicono gli inquirenti.