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“Gino Bartali, campione sui pedali e nella vita”

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“Gino Bartali, campione sui pedali e nella vita”
Gino Bartali

In occasione della Giornata della Memoria la Scuola Media A. Cesalpino e il Panathlon Club di Arezzo, con il patrocinio del Comune di Arezzo e del Coni regionale, hanno organizzato, venerdì 29 gennaio, l’iniziativa “Gino Bartali, campione sui pedali e nella vita: lo sport come forma di solidarietà e mezzo di promozione umana”, presentata dall’assessore Lucia Tanti, dal presidente del Panathlon aretino Piero Ferruzzi, da Fondazione Onlus Gino Bartali e dalle insegnanti Annarita Sinatti e Rossana Chiarini.

L’iniziativa prevede in orario scolastico un incontro tra gli studenti della Cesalpino e Andrea Bartali, figlio del grande campione di ciclismo, e nel pomeriggio, dalle 16, un convegno dedicato alla figura di Gino Bartali presso l’auditorium Aldo Ducci. Oltre che per le sue virtù atletiche e per aver scritto pagine memorabili della storia del ciclismo Bartali, infatti, deve essere ricordato per la grande lezione di umanità e di altruismo profusi nel corso della vita e l’aiuto coraggioso offerto agli ebrei perseguitati dal nazifascismo, durante la Seconda Guerra Mondiale. Per questo Bartali fu decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Civile e gli è stato conferito il titolo di Giusto tra le Nazioni. Infine, alle 20 presso l’hotel Minerva è previsto un momento conviviale sulla Memoria organizzato dal Lions Club Arezzo Host.

L’assessore Lucia Tanti: “si tratta di un’iniziativa importante che unisce il mondo della scuola e dello sport nel ricordo di uno dei drammi più grandi che l’umanità abbia mai vissuto. E lo fa attraverso la figura di Gino Bartali: un personaggio significativo, sia dal lato umano che in ambito sportivo. Inoltre, insieme al Panathlon, abbiamo pensato che questa potesse essere una delle iniziative preparatorie alla tappa aretina del Giro d’Italia, il prossimo 14 maggio. Ricordare la figura di Bartali, quindi, è un modo per riportare lo sport alla sua dimensione più importante: di coesione sociale e di sfida nei momenti fondanti della vita. Gino Bartali ha salvato tante persone: lo spessore di un uomo non si misura solo per il fatto che si è distinto in una disciplina, ma perché è stato grande nella vita di tutti i giorni”.

Annarita Sinatti, professoressa di religione: “ho preso i contatti con la fondazione Bartali lo scorso anno, per organizzare un incontro intorno alla figura del ciclista, in occasione della Giornata della Memoria. Andrea Bartali, il figlio del campione, si è reso subito disponibile per venire a raccontare il padre, nella sua dimensione più intima. Lo scopo dell’iniziativa, quindi, è quello di far riflettere i ragazzi su questo grande uomo che diceva sempre: il bene si fa, ma non si dice. Un uomo che in silenzio ha trasmesso tanti valori”.

Rossana Chiarini, insegnante di educazione fisica: “ci piace pensare che lo sport abbia una funzione educativa fondamentale per i ragazzi. Magari per i giovani parte spesso come un gioco, ma lo scopo della scuola è insegnare che può essere un modo per stare insieme, per sviluppare lo spirito di squadra, la collaborazione, la solidarietà, l’integrazione: che sono i valori etici dello sport”.

“Finalmente anche ad Arezzo, dove abbiamo la sede, il nostro messaggio è stato ben accolto – sottolineano dalla Fondazione Onlus Gino Bartali. I ragazzi e le istituzioni ci hanno dato grande attenzione”.

Piero Ferruzzi ha concluso: “per il Panathlon è stato facile raccogliere l’invito a organizzare questa iniziativa. Gino Bartali, nel corso degli anni, è stato spesso ad Arezzo dove abbiamo vissuto insieme momenti significativi. Avere una scuola come interlocutore è molto importante perché il nostro scopo è di diffondere tra i giovani la cultura sportiva, attraverso un confronto costante. Per questo abbiamo già in cantiere altri progetti con il Comune. Parlare di Bartali e farlo conoscere ai giovani è quindi fondamentale: i gesti di questo uomo devono essere ricordati. Viviamo in un mondo globale, in cui le differenze sono avversate da molti e quello che ha insegnato un grande campione come ‘Ginettaccio’ non è, putroppo, ancora compreso”.