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I love Surrealismo: personale di Dalo alla Fraternita dei Laici

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I love Surrealismo: personale di Dalo alla Fraternita dei Laici
Sognai di tornare in Etruria

Dal 22 aprile all’8 maggio 2016, le opere di Daniele Locci, in arte DALO, saranno protagoniste all’interno dello spazio espositivo del Palazzo della Fraternita dei Laici, in piazza Grande ad Arezzo.

Il vernissage si terrà venerdì 22 aprile alle ore 16.00 presso il Palazzo della Fraternita dei Laici; sarà presente Roberta Fiorini, critica e storica dell’arte. La mostra sarà visibile tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.00.

Olii, grafiche, tecniche miste, bronzi; l’artista maremmano ci conduce in un percorso che si preannuncia già sorprendente, a partire dalla raffigurazione scelta come effigie dell’intera mostra: l’immagine della Tomba dei Leopardi della necropoli etrusca di Tarquinia, in cui lo stesso DALO si colloca, sostituendo con il suo volto quello di un suonatore di diaulòs.

Riti e costumi dal forte impatto emotivo, dove l’artista, nel vero senso della parola, ci mette la faccia e con ritmo incalzante ci invita a salire a bordo di una sorta di barca, così simile alla Nave dei Folli di Hieronymus Bosch, dove i visitatori, come i personaggi, sono invitati a riflettere sui propri vizi e le proprie debolezze.

I temi ricorrenti nelle opere di alcuni artisti fiamminghi come Bosch e Bruegel il Vecchio, appartengono anche alla produzione di DALO, che attinge ampiamente dalla tradizione popolare per descrivere quella parte dell’essere umano che emerge soprattutto durante i sogni, senza un ordine precostituito, in piena libertà.

Si arriva così al Surrealismo, si procede, appunto, oltre la realtà, con una manifestazione di vero amore dell’artista nei confronti del sogno, dell’irrazionalità, della vita come trasformazione attraverso la liberazione delle capacità immaginative e fantastiche.

Sonno e veglia si uniscono intensamente, in armonia; l’uso minuzioso e consapevole del colore è il testimone di una trasformazione poetica e benevola in atto, che permette a chi osserva di estendere la propria prospettiva oltre il visibile.

In questo modo, nel celebrare il fulcro della vita, assistiamo direttamente e indirettamente alle visioni di DALO, mentre l’eco del cambiamento ci raggiunge attraverso il grido dell’artista: «I love Surrealismo».