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L’amore contrastato in ‘Café Jerusalem’

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L’amore contrastato in ‘Café Jerusalem’
cafè

Dalla città eterna a Sansepolcro, proprio dopo Pasqua mercoledì 30 marzo al Cinema Teatro Dante di Sansepolcro alle ore 21.00 ci sarà un interessante spettacolo teatrale “Cafè Jerusalem” che racconta una storia d’amore ambientata a Gerusalemme martoriata dall’odio e in cui la vita troppo spesso è calpestata.

Lo spettacolo è stato organizzato dall’Associazione Habibi, associazione attiva nel territorio Valtiberino che aiuta attraverso raccolte fondi un centro di bambini orfani e disabili di Betlemme, per coadiuvare il servizio del proprio presidente, Don Mario Cornioli (che oramai da 10 anni fa servizio presso il Patriarcato Latino di Gerusalemme) nell’attività di solidarietà sociale.

L’associazione negli anni però ci ha anche abituato ad iniziative di sensibilizzazione sul tema del conflitto israelo – palestinese e questa volta ha voluto portare al Teatro Dante di Sansepolcro uno spettacolo che parla proprio di questo tema.

I biglietti saranno disponibili fino al pomeriggio del 30 marzo presso all’ufficio turistico di Sansepolcro.

“Cafè Jerusalem” è la trasposizione in parole, teatro e musica di uno sguardo comune: quello di Paola Caridi, scrittrice ed esperta del Medio Oriente, autrice del libro “Gerusalemme senza Dio” da cui lo spettacolo è tratto, opera che era stata presentata proprio nella sala del consiglio comunale di Sansepolcro dalla stessa associazione nel dicembre del 2014.

Lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Genova, Cafè Jerusalem è diretto da Pino Petruzzelli, che è anche interprete, accanto a Carla Peirolero e ai Radiodervish, autori dei testi e delle musiche dal vivo: Nabil Salameh (canto, buzuki e percussioni), Michele Lobaccaro (chitarra, basso) e Alessandro Pipino (tastiere, fisarmonica).

«Il progetto teatrale – spiega l’autrice Paola Caridi – nasce con i Radiodervish, che assieme a me più volte hanno vissuto e ascoltato la città, nei loro frequenti viaggi a Gerusalemme. Loro sono lì, sulla scena. Filo ineludibile per tessere la storia di Nura, palestinese cristiana, e di Moshe, israeliano ed ebreo. Nura ricorda. Ricorda una storia sopita, prima di metterla in valigia e di lasciare una Gerusalemme, la sua, che non c’è più».