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Mozioni e atti di indirizzo in Consiglio Comunale

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Mozioni e atti di indirizzo in Consiglio Comunale
Palazzo Comune Arezzo

Ecco le mozioni e gli atti di indirizzo del Consiglio Comunale di oggi.

Mozione illustrata dal consigliere comunale Egiziano Andreani, co-firmata da Alessandro Casi, per riportare la Chimera ad Arezzo per un evento espositivo. “La Chimera, su richiesta di Cosimo I de Medici, venne portata a Firenze e attualmente si trova esposta al museo archeologico del capoluogo toscano. Ma la Chimera è un pezzo pregiato dell’arte etrusca riconosciuta in tutto il mondo e ha un legame indelebile con Arezzo. Arezzo, quindi, è sicuramente la sede naturale di un evento culturale di alto livello dedicato alla civiltà etrusca. Posizionare la Chimera al centro di questo evento significa dare respiro internazionale alla città. Considerato, inoltre, che l’assessore al turismo ha programmato per ogni annualità temi specifici per gli eventi e che il 2019 si presta benissimo per essere battezzato come ‘l’anno degli Etruschi e della Chimera ad Arezzo’ chiedo al sindaco e alla Giunta di attivarsi per realizzare nel 2019, ad Arezzo, un evento espositivo sulla civiltà etrusca che veda la presenza per tutto il periodo della Chimera, in prestito temporaneo dal museo archeologico di Firenze. Credo che un voto in questa direzione sarebbe un segnale importante dato al territorio: la politica pensa al futuro della città e dei nostri figli. Tutto ciò può avere dei riscontri positivi sull’economia e il turismo. Le opere di notevole fattura sono sempre un biglietto da visita per dare visibilità a un territorio che purtroppo sta segnando il passo, un trampolino per dare nuovo slancio”.
Paolo Lepri ha rivendicato l’opportunità di riportare la Chimera di Arezzo in pianta stabile. “Questo dovrebbe essere l’impegno dell’amministrazione”. Federico Scapecchi ha ricordato le parole di Sgarbi: “non serve che i monumenti siano conservati dov’è avvenuto il loro ritrovamento, l’importante è che siano valorizzati. Oggettivamente la Chimera non lo è a Firenze”. Approvata all’unanimità con 23 voti.

Atto di indirizzo del gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle in merito ai mozziconi di sigarette. Massimo Ricci ha chiesto che sindaco e Giunta si impegnino ad applicare la legge 221 del 28 dicembre 2015, sulla cosiddetta Green Economy, una maggiore vigilanza degli organi preposti al controllo, una maggiore informazione e sensibilizzazione del Comune sull’argomento nonché l’adozione di specifiche sanzioni per i trasgressori. Ricci ha chiesto, inoltre, l’installazione di appositi raccoglitori per mozziconi di sigaretta presso parchi, piazze, strade e comunque in ogni luogo ad alta frequentazione come previsto dall’articolo 40 della stessa legge. “La pericolosità delle cicche abbandonate è dimostrata. L’ingestione di un solo mozzicone potrebbe essere letale per un bambino”.
Angelo Rossi ha rilevato che l’installazione dei raccoglitori ha innanzitutto un costo “e un parere tecnico su questo punto non è stato dato. Inoltre una diffusione di portacenere in luoghi pubblici non risolve il problema dell’inciviltà e dell’abitudine dei fumatori a gettare il mozzicone”. L’atto è stato rinviato in attesa del suddetto parere.

Sempre Massimo Ricci con un atto di indirizzo ha proposto l’adesione al progetto Decorourbano.org. “Le segnalazioni inviate all’amministrazione su manutenzione, segnaletica stradale, degrado delle zone verdi, vandalismo come l’abbandono di rifiuti vengono gestite nel sito ufficiale del Comune in maniera obsoleta e particolarmente macchinosa. Esistono invece alcuni siti internet che consentono al cittadino di inviare segnalazioni on line al Comune che le riceve e che può gestirle tramite una piattaforma gratuita come il servizio www.decorourbano.org. Chiediamo, quindi, che sindaco e Giunta si impegnino ad adottare tale servizio che funziona da strumento partecipativo per le varie segnalazioni e di pubblicizzarlo con una campagna web, tramite i media e almeno con un incontro pubblico”.
Francesco Romizi ha rilevato che il servizio già esiste, nel sito comunale: “implementiamo questo invece di individuare un ulteriore strumento. Dalla grafica inoltre non mi è chiaro chi gestisce www.decorourbano.org”. Anche Angelo Rossi si è mostrato d’accordo su queste considerazioni: “il sito del Comune può essere poco efficace con gli smartphone, per il resto non mi pare opportuna l’adesione a una nuova piattaforma”. Giovanni Bonacci: “sono andato a vedere chi ha sviluppato www.decorourbano.org e non mi pare opportuno smontare quanto già esistente”. Meri Stella Cornacchini ha aggiunto di “usare il sito del Comune anche tramite cellulare. Non ho riscontrato problemi di funzionamento”.
“Sottolineo – ha concluso il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini – che occorrerebbero risorse per collegare il software di Decoro Urbano a quello del sito del Comune. Non sarebbe un’operazione a costo zero”. Dinanzi ai rilievi di consiglieri e vicesindaco, Massimo Ricci ha ritirato l’atto: “prendete atto che la nostra proposta era concepita in funzione dei cittadini e come stimolo verso l’amministrazione. Se esistono già gli strumenti, si migliorino”.
Ancora un atto di indirizzo dei consiglieri del Movimento Cinque Stelle in merito a censimento, bonifica e smaltimento dei manufatti contenenti amianto. Il gruppo consiliare ha chiesto a sindaco e Giunta l’impegno “a emanare un’ordinanza di immediata bonifica e rimozione di tutti i manufatti in cemento e amianto degli edifici e fabbricati privati interessati dall’evento calamitoso dello scorso luglio e la loro messa in sicurezza per procedere allo smaltimento, dando precedenza alla zona di via Malpighi.
L’amministrazione si adoperi, inoltre, al rilevamento e alla mappatura dei siti comunali interessati dalla presenza di amianto, nonché alla notifica dei medesimi presso la Asl, provveda a individuare una o più ditte da incaricare per la messa in sicurezza e successiva bonifica dei manufatti in cemento\amianto. Tali ditte devono essere iscritte nell’Albo nazionale gestori ambientali. Occorre poi sollecitare la Regione Toscana e gli altri enti responsabili al fine di predisporre e attivare il Piano regionale di tutela dall’amianto, di divulgare i risultati relativi all’incidenza tumorale sul territorio aretino di tali materiali, di attivare le necessarie procedure per accedere al Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica dei beni contaminati da amianto, istituito presso il ministero dell’Ambiente”.
Francesco Romizi ha rilevato che “potrebbe essere utilizzato un tesoretto esistente e ricavare 300.000 euro per fare fronte almeno all’emergenza sorta dopo l’evento di luglio, se l’amministrazione portasse in Consiglio Comunale una variazione di bilancio e al piano triennale delle opere pubbliche. Il Comune è pur sempre il proprietario di quegli alloggi”.
Angelo Rossi e Roberto Bardelli hanno messo in risalto che per fare quanto richiesto dall’atto di indirizzo servirebbe “un ministero più che un Comune. Lo troviamo francamente irricevibile”.
“L’interesse di Romizi per via Malpighi – ha replicato l’assessore Tiziana Nisini – nasce adesso ed è semplice dire paga il Comune. Esiste un ente gestore al quale abbiamo chiesto di rendere conto di ciò che ha fatto e di ciò che non ha fatto. Attendiamo risposta”.
È intervenuto anche l’assessore Marco Sacchetti: “la bonifica di tutti i siti, non solo pubblici ma anche privati, va oggettivamente oltre le nostre possibilità. Quello che secondo me può essere accettabile è aggiornare la mappatura esistente, un quadro conoscitivo completo è utile. Il punto ulteriore sulle ditte autorizzate è superfluo. L’elenco è già in possesso degli uffici comunali”.
Massimo Ricci ha accolto i rilievi emersi emendando l’atto con l’eliminazione del primo punto relativo alla bonifica dei siti. L’atto così emendato è stato respinto.

Atto di indirizzo del consigliere Egiziano Andreani sulla realizzazione di un archivio delle immagini della Giostra del Saracino e un museo storico. “Chiedo al sindaco e alla Giunta di adoperarsi affinché venga costituito un archivio comunale delle immagini, passate, presenti e future riguardanti la Giostra del Saracino, abbinato alla realizzazione di un museo sulla storia della Giostra con esposti anche vari costumi e armamenti utilizzati negli anni, lasciando ai quattro quartieri la libertà di mantenere nella propria sede uno spazio espositivo sulla loro storia. Il 6 agosto 1535 si corse la prima Giostra della storia, abbiamo notizia di Giostre negli anni Settanta del Seicento e nel 1904 per l’anniversario della nascita di Francesco Petrarca. Nel 1612 il granduca era ad Arezzo ed esiste un resoconto di quel viaggio: ebbene, ci sono riferimenti alla Giostra. Sono solo alcune testimonianze di un radicamento secolare. I quartieri stessi si sono dimostrati favorevoli a questo progetto in colloqui informali che ho avuto con i loro rappresentanti. Come sede ideale del museo individuo la Fortezza, un eco-museo moderno, interattivo, per il quale potrebbero essere intercettati fondi regionali. Una cosa potremmo fare: radunare il materiale che le famiglie conservano nelle soffitte”.
Donato Caporali ha posto alcune questioni: “l’istituzione di un museo implica aperture e impiego di personale. Inoltre molti punti di eccellenza artistica di Arezzo non sono ancora valorizzati in pieno e credo sia opportuno lavorare in questa direzione prima di un museo della Giostra. Terzo, la Giunta ha una delega in materia ed è quest’organo che deve prendere una decisione in merito senza che altri la scavalchino. Cercheremo comunque di non dividerci su un tema come la Giostra”. Stessi rilievi di Paolo Lepri seppur “favorevole a qualsiasi iniziativa utile a promuovere la Giostra”. Giudizio favorevole di Federico Scapecchi: “valorizzare il turismo passa anche dal voto su quest’atto di indirizzo”. Roberto Bardelli: “c’è molto materiale negli archivi, tanto è andato perso: con quest’atto colmiamo una lacuna presente in città”. Paolo Bertini: “lo ritengo un passaggio dovuto. I quartieri da questo punto di vista sono avanti, da sempre disponibili ad attrezzarsi con musei e archivi e a diffondere il loro materiale documentario e storico”. Francesco Romizi: “quando si dice che il museo deve dotarsi di armamenti, significa che li prende dai quartieri? Imporre come Consiglio Comunale una questione non condivisa con l’Istituzione mi pare una forzatura”. L’atto è stato approvato con 21 voti favorevoli.

Ultimo atto di indirizzo del gruppo consiliare Cinque Stelle per impegnare l’amministrazione comunale ad attivarsi, in ogni sede opportuna, per la modifica dell’articolazione tariffaria vigente in materia di servizio idrico integrato. Paolo Lepri: “chiediamo a sindaco e Giunta di attivarsi con urgenza in ambito di conferenza territoriale e in ogni altra sede opportuna, perché nella determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato venga applicato un metodo di ripartizione dei costi più giusto, introducendo un sistema tariffario che, per le utenze domestiche residenti, nell’attribuzione degli scaglioni di consumo annuo da 0 a 30 metri cubi (a tariffa agevolata) da 31 a 100 metri cubi (a tariffa base) e nei vari scaglioni di consumo, tenga conto del numero dei componenti del nucleo familiare, assegnando cioè tali quantitativi di consumo annuo non per utenza ma per ogni componente della famiglia servita; che gli attuali coefficienti di calcolo dei vari scaglioni non subiscano incrementi annui superiori alle percentuali di inflazione Istat; che si preveda una tariffazione agevolata per le persone portatrici di gravi handicap, anziani non autosufficienti, bambini da 0 a 3 anni. Il nostro concetto è: premiare chi risparmia”.
L’assessore marco Sacchetti: “in merito al primo punto, l’articolazione non in base al contatore ma al numero di utenti che fa capo a quel contatore, qualcosa è stato fatto. Arezzo è uno dei Comuni pilota per la cosiddetta tariffa puntuale, come obiettivo è corretto ma i problemi tecnici ci sono: mentre è facile con il contatore dell’Enel è meno facile con quelli dell’acqua perché dovrebbero essere dotati di tecnologia molto avanzata e particolare. Sul coefficiente Istat, cercheremo comunque di calibrare l’articolazione tariffaria in modo tale che gli incrementi siano il più contenuti possibile”.
Luciano Ralli: “la ricerca di una tariffazione equa è condivisibile, dopo di che alcune agevolazioni ci sono già mentre l’articolazione per ogni componente della famiglia è di difficile applicazione. Peraltro, non necessariamente le famiglie più numerose sono meno abbienti”.
Massimo Ricci: “una famiglia media di 5 persone consuma 720 metri cubi annui, è un uso normale e non significa che queste sono persone dedite allo spreco, e spende una cifra esorbitante. Con la nostra proposta arriverebbe a 129 euro”. Paolo Lepri ha poi emendato l’atto eliminando la parte relativa agli scaglioni di consumo annuo ovvero: “nell’attribuzione degli scaglioni di consumo annuo da 0 a 30 metri cubi (a tariffa agevolata) da 31 a 100 metri cubi (a tariffa base) e nei vari scaglioni di consumo”. L’atto è stato approvato con 18 voti favorevoli e 3 astenuti.