Home Nazionale Omicidio Garlasco: difesa, Dna scagiona Stasi, riaprire il caso/Adnkronos

Omicidio Garlasco: difesa, Dna scagiona Stasi, riaprire il caso/Adnkronos

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Milano, 19 dic. (AdnKronos) – Un nuovo uomo spunta nell’omicidio di Chiara Poggi, il suo Dna è compatibile con quello trovato sulle unghie della giovane uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco il 13 agosto 2007. E’ quanto sostiene la difesa di Alberto Stasi -condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto della fidanzata- che chiede “nuove indagini agli inquirenti di Pavia e si prepara a chiedere la revisione del processo” che eventualmente si terrà presso la corte d’Appello di Brescia. L’obiettivo “è di far uscire, il prima possibile, Stasi dal carcere” di Bollate, dove si trova dal 17 dicembre 2015.
La traccia genetica non è del tutto nuova, per chi segue da anni il processo: la perizia sulle unghie della vittima chiesta dalla parte civile fu autorizzata solo nel 2014, nel processo d’appello ‘bis’, e la consulenza svolta nei laboratori di Genova alla presenza delle parte portò a risultati definiti “non utilizzabili”. I difensori dell’imputato, Fabio Giarda e Giada Bocellari, sostengono che quella traccia “non era valida ai fini del confronto con Alberto, perché i numeri dei marcatori erano insufficienti per arrivare a una prova scientifica, ma non è mai stato detto che non era affidabile e che non possa essere utilizzata per un confronto” con un altro Dna a cui si è arrivati ora con “un’attenta rilettura di tutte le carte dell’inchiesta”.
Dai dati “grezzi, dall’analisi dei tracciati elettroferetici”, la difesa risale a un profilo completo Y, che identifica la linea paterna del sospettato. Il nuovo Dna -‘prelevato’ da un cucchiaino e da una bottiglia d’acqua “nel rispetto pieno di tutte le norme di legge”-, mostra “perfetta compatibilità genetica” con quello trovato su due unghie di Chiara. In sintesi: lui -un giovane della zona vicino alla cerchia della vittima- o i suoi parenti, solo in linea paterna, sarebbero collegati al delitto di Garlasco. La traccia “già emersa nella perizia finora non si era potuta confrontare con altre”, in mancanza di sospetti. Tesi che Gian Luigi Tizzoni, legale dei Poggi, rigetta: “quella dei difensori non è una prova scientifica, non basta per un’eventuale revisione del processo e soprattutto non scagiona Stasi”.