(Como) – Manodopera a basso costo e zero tasse, un mix che il presidente di Moby rifiuta, chiedendo da parte di tutti il rispetto delle regole, perché “Cà nisciuno è fesso” e bisogna distinguere tra armatore e speculatore. “Un mio collega mi ha detto sbarca gli italiani che costano 3mila euro e imbarca filippini a 600 euro” considerando i 4mila dipendenti del gruppo “sono 10 milioni di euro al mese”, ma per chi solca il mare da più generazioni “come faccio a mandare a casa marittimi che ho con me da due-tre generazioni?”, si chiede ricordando il progetto sociale Mascalzone Latino che a Napoli aiuta i bambini con disagio sociale.
Se l’approvazione dell’atto 321 del governo potrebbe provocare la reazione di Confitarma e portare all’outflagging, ossia la corsa a immatricolare navi sotto bandiere estere, Onorato non se ne preoccupa: “Che lo facciano, saranno miliardi di euro che entrano nelle casse dello Stato. Se hai stabile organizzazione in Italia, paghi qui le tasse”. Il paradosso attuale “è che siamo così ricchi e generosi che aiutiamo anche i tedeschi sotto la nostra bandiera”, ironizza il presidente di Moby.
“Tu armatore vuoi imbarcare extracomunitari, vuoi fare i porci comodi tuoi, sfruttando questi poveri cristi che vengono a lavorare per un tozzo di pane sulla tua barca italiana? Bene, paga le tasse. E’ il momento – conclude – di rimettere la nave in rotta”.