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Aids: Lorenzin, con Hiv non si scherza, 3.500 casi nel 2016

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Roma, 27 nov. (AdnKronos Salute) – “Con l’Hiv non si scherza, bisogna proteggere se stessi e gli altri e avere rispetto anche del partner”. A lanciare il messaggio è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha presentato questa mattina a Roma la campagna di comunicazione in vista della Giornata mondiale dell’Aids, il primo dicembre.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, nel 2016 sono state riportate 3.451 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 5,7 nuovi casi per 100 mila abitanti. Una lieve diminuzione per tutte le modalità di trasmissione, in aumento però in proporzione in particolare tra maschi omosessuali. Le persone che hanno scoperto di essere sieropositive nel 2016 hanno un’età media di 39 anni per i maschi e 36 per le femmine. Ma l’incidenza maggiore si registra nella fascia d’età 25-29 anni.
“C’è poca consapevolezza tra i ragazzi e le ragazze sulle malattie sessualmente trasmissibili e sull’Aids, come se l’Aids fosse scomparso. Non è così – ha sottolineato il ministro – L’incremento è dovuto, nella maggior parte dei casi, per l’abbassamento della percezione del rischio e quindi con comportamenti non corretti, non protetti che portano poi all’insorgenza di alcuni casi realmente gravissimi e di altri di cui non aveva contezza, penso alla sifilide o alla gonorrea. Motivi per cui con il ministero abbiamo pensato a una serie di campagne modulate su diverse fasce di età, su diverse sensibilità, per cercare di riattivare un allarme in questo senso”.
La campagna del ministero si articolerà tra spot televisivi e video su YouTube. I primi, che vedranno come protagonisti Dario Vergassola e Giulia Michelini, saranno trasmessi a partire dal 1 dicembre sulle reti Rai; mentre per la campagna social il ministero ha arruolato alcuni tra i maggiori Youtuber italiani, che lanceranno video-messaggi per sottolineare l’importanza della misure di prevenzione.
“L’incidenza dell’HIV sta lentamente diminuendo, al di sotto della soglia dei 3.500 nuovi casi, purtroppo però consideriamo questo numero ancora alto. Perché la percezione del rischio purtroppo è bassa – ribadisce Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss – C’è una tendenza a una lieve diminuzione del numero di casi, ma il serbatoio di infezione tende ad aumentare perché la sopravvivenza delle persone con infezione da Hiv aumenta e ciò fa si che l’allerta sia sempre elevata”.
E la priorità sono i giovani: “Vediamo un aumento relativo nella percentuale di casi diagnosticati al di sotto dei 25 anni – evidenzia – Questo dovuto un po’ a una perdita di memoria generazionale. Bisogna ricordare che il contagio da Hiv ancora esiste, e che il serbatoio di infezione è ancora ampio”, conclude.
Dai dati Iss emerge che le Regioni con l’incidenza più alta sono state nel 2016 Lazio, Marche, Toscana e Lombardia. Il 30,7% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha eseguito il test per la presenza di sintomi Hiv-correlati, il 27,5% a un comportamento a rischio e il 12,2% in seguito a controlli di routine.
Nel 2016 sono stati diagnosticati 778 nuovi casi di Aids, pari a un’incidenza di 1,3 ogni 100 mila residenti. L’incidenza è in lieve, costante diminuzione negli ultimi 4 anni. Nell’ultimo decennio è però aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la propria sieropositività e l’ha scoperto pochi mesi prima della diagnosi di malattia conclamata, passando dal 20,5% del 1996 al 76,3% del 2016.