Home Nazionale Anziani: gli esperti, accesso a vaccini e politiche di cura aumentano longevità

Anziani: gli esperti, accesso a vaccini e politiche di cura aumentano longevità

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Roma, 14 dic. (AdnKronos Salute) – Un trend ineludibile, con il quale la società italiana dovrà fare i conti senza la messa in atto di un tempestivo intervento istituzionale e sociale: si tratta dell’invecchiamento della popolazione, una risorsa per la comunità che però non sempre corrisponde ad una elevata qualità della vita per gli stessi anziani. Se ne è parlato in occasione dell’incontro #generazioneinforma, organizzato a Roma da ‘formiche’ in collaborazione con Gsk. Tra i numerosi aspetti analizzati dai partecipanti del meeting – che ha coinvolto esponenti delle istituzioni, mondo accademico, medici e associazioni – è emerso quanto sia fondamentale “ricordare alla popolazione anziana il proprio diritto alla vaccinazione, uno dei pilastri fondamentali indicati anche dall’Unione europea per un invecchiamento attivo e in salute”.
I vaccini, infatti, rappresentano uno degli interventi sanitari dal miglior profilo costo-beneficio sul breve e lungo termine. E nell’età adulta e senile – hanno ribadito gli esperti – una corretta immunizzazione risulta di fondamentale importanza. Molte vaccinazioni sono infatti di cruciale importanza per la prevenzione di gravi malattie, come l’influenza, la polmonite pneumococcica e l’Herpes Zoster (‘Fuoco di Sant’Antonio’).
“Le persone anziane non sanno che esistono dei vaccini per poter prevenire delle malattie che, se non evitate, possono portare molto spesso anche alla morte – ha sottolineato il direttore di HappyAgeing Marco Magheri – Oggi le morti per polmoniti batteriche sono più numerose delle morti per incidenti stradali, eppure nessuno lo sa”.
“Il potere di acquisto degli anziani – continua Magheri – è stato calcolato in Italia in circa 40 mld di euro l’anno. Un numero per difetto – osserva – perché se andiamo a calcolare il costo della mancata vaccinazione sulla popolazione attiva, come ha fatto l’Università Cattolica del Sacro Cuore, si arriva alla cifra di 1 mld di euro in perdita di potere d’acquisto e della produttività. Dal momento che la vaccinazione, come da Piano nazionale, viene erogata per le persone ‘over 65’, capiamo che questa è una cifra estremamente calcolata al ribasso”.
Dal meeting è stato ribadito quanto sia basilare intervenire tempestivamente sulle politiche di invecchiamento della popolazione, per escludere risultati disastrosi nel prossimo futuro. Da questo punto di vista, il territorio è un “anello mancante”, ha osservato il presidente Enpam Alberto Oliveti, che ha ricordato quanto “la medicina di prossimità sia inapplicata, aumentando l’onere di lavoro degli ospedali”. Oliveti ha suggerito poi l’istituzione di “unità di cure territoriali”, ovvero “dei team multidisciplinari che abbiano la funzione di intercettare il bisogno laddove scaturisce quando c’è una riacutizzazione”.
Un mutato quadro epidemiologico, quello della società italiana, che “sollecita appropriatezza”, ha evidenziato Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, che ha ribadito come “il trattamento appropriato di un malato cronico in residenza apposita, o a domicilio, costa da un settimo a un decimo rispetto a un ricovero ospedaliero”, e che soprattutto la persona si “trova in un ambiente idoneo ai sui bisogni, e non è abbandonato a sé stessa”.
Per Sacconi, sul piano della prevenzione, sarebbe opportuno che il Fascicolo sanitario elettronico diventi “uno strumento generalizzato e consapevole per la partecipazione della persona al proprio benessere”, anche a beneficio del Ssn che ne “ricaverebbe algoritmi di intervento mirati, grazie alla veloce elaborazione di big data che accompagnerebbero la persona verso scelte di prevenzione responsabili”.
Infine, ha ricordato Magheri, “l’invecchiamento in salute è minato anche da condizioni di solitudine. Gli anziani sono sempre più soli e a rischio di depressione e marginalizzazione sociale, in preda a una ‘cultura dello scarto’. Sempre più persone vendono la propria casa per potersi pagare le cure mediche o sostenere figli e nipoti in difficoltà economica”. “Una condizione di infelicità, ha ribadito Donatella Alesso (Federazione italiana medici di famiglia), “che porta i malati a lasciarsi andare e anche a risparmiare sulle cure. Occorre investire molto di più sul territorio, creare centri specializzati e tendere sempre di più verso una medicina personalizzata”, conclude.