Home Nazionale Banche: crisi Etruria, Marche e Chieti costata circa 2.200 uscite

Banche: crisi Etruria, Marche e Chieti costata circa 2.200 uscite

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Milano, 11 mag. (AdnKronos) – Tra accordi per uscite già firmati ed esuberi in arrivo è già di circa 2.200 uscite, dal 2012, il costo scaricato sul personale della crisi di Banca Marche, Banca Etruria e Cassa di Risparmio di Chieti, le tre ‘bridge bank’ cedute a Ubi banca. Il conto salato considera gli accordi sindacali firmati nel 2017 dalle tre banche con l’ex ‘azionista’, il Fondo di risoluzione, e che hanno riguardato 20 persone per l’Etruria, 270 per Banca Marche e 69 per Carichieti: 359 in tutto. A questi, ricostruisce Mariateresa Ruzza, della segreteria nazionale Uilca, bisogna aggiungerne circa 830, divisi tra i circa 420 prepensionamenti attivati in banca Etruria dal 2012, i 360 esuberi volontari di Banca Marche e i 70 della Carichieti.
Tutti questi bancari sono stati ‘salvati’ dal Fondo di Solidarietà di settore, che però non ha risorse infinite e i sindacati calcolano che da qui al 2020 altri 20mila dipendenti bancari potrebbero usufruirne. Altri esuberi sono in arrivo con l’integrazione dei tre istituti nel gruppo guidato da Victor Massiah, come si è appreso oggi dall’aggiornamento del piano industriale. Delle 1.569 risorse da tagliare, gli esuberi “incrementali” saranno circa mille, ha chiarito il consigliere delegato, perché 530 di questi hanno già firmato accordi per uscire volontariamente.
Se i dipendenti totali delle tre banche che andranno a Ubi oggi sono poco meno di 4.800 si tratta di una riduzione di più di un terzo dell’organico. Domani ci sarà la presentazione del piano ai sindacati. “Siamo preoccupati, ma prima di commentare ci riserviamo di capire quali saranno le misure che intende prendere Ubi banca”, spiega Ruzza all’Adnkronos. “C’è ancora spazio per accedere al Fondo di solidarietà ma non basterà certo per tutti”.