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Batterio intestinale potrebbe diventare terapia per sclerosi multipla

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Roma, 9 ago. (AdnKronos Salute) – Un batterio presente nel nostro intestino, potrebbe diventare una terapia per la sclerosi multipla e altre malattie autoimmuni. Lo hanno scoperto i ricercatori della Mayo Clinic, insieme ai colleghi dell’università dell’Iowa, in uno studio pubblicato su ‘Cell Reports’. Uno studio importante, che ha portato gli autori a coniare il termine ‘brug’, dall’unione delle parole inglesi ‘bug’ e ‘drug’, appunto batteri usati come farmaci.
L’equipe ha testato campioni di flora intestinale prelevati da pazienti su un modello animale, topi fatti ammalare di sclerosi multipla. Delle tre specie di microbi analizzate, la Prevotella histicola è riuscita a sopprimere la malattia nei roditori. “Un risultato ancora preliminare – precisa Joseph Murray, gastroenterologo della Mayo Clinic – ma che spiana la strada ad altri studi. Se riusciamo a usare i batteri già presenti nel nostro organismo per trattare malattie che non riguardano solo l’intestino, potremmo essere entrati in una nuova era della medicina”. Una frontiera riassunta dal neologismo ‘brug’.
Il batterio protagonista dello studio è in grado di ridurre due tipi di cellule che alimentano l’infiammazione, mentre aumenta quelle del sistema immunitario: linfociti T, cellule dendritiche e macrofagi. Recenti studio sul microbioma dei pazienti con sclerosi multipla hanno mostrato l’assenza di questo microrganismo.