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Biogas, italiano il primo impianto bi-stadio in Europa

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Roma, 10 ott. (AdnKronos) – E’ italiano il primo impianto di biogas bi-stadio in Europa, innovativa tecnologia di digestione anaerobica che si distingue per una resa sensibilmente più elevata degli impianti tradizionali (+20% circa). La struttura è stata realizzata a Soliera (Modena) dall’azienda Biogas Italia Srl, licenziataria del brevetto relativo al procedimento di digestione bi-stadio depositato da Enea e da Crea.
L’efficienza di questa tecnologia si misura in un’elevata produzione di biometano e di idrogeno: l’idrogeno può essere utilizzato nelle celle a combustibile, commercializzato come gas tecnico o usato per incrementare il tenore in metano del biogas, facilitandone il successivo upgrading a biometano.
“Ancora una volta – dichiara Piero Gattoni, presidente Cib Consorzio Italiano Biogas – il settore del biogas/biometano si dimostra in grado di trainare l’innovazione tecnologica, stimolando la ricerca di nuove soluzioni e favorendo l’instaurarsi di collaborazioni proficue tra soggetti pubblici e privati. Biogas e biometano si confermano risorse fondamentali nel bilanciamento delle rinnovabili all’interno di una strategia di progressiva decarbonizzazione del sistema energetico nazionale. Il biogas/biometano italiano è 100% Made in Italy perché nasce dai sottoprodotti dell’agricoltura e della zootecnia italiana: è programmabile, flessibile e capace di valorizzare il settore primario. Col giusto supporto del legislatore il comparto potrà offrire un contributo importante allo sviluppo del Paese”.
La realizzazione della struttura di Soliera si distingue, oltre che per l’elevato contenuto tecnologico, anche per il circuito virtuoso innescato tra i soggetti coinvolti in ambito pubblico, Enea e Crea, e in ambito privato, la start-up Biogas Italia, che ha beneficiato di un finanziamento di Invitalia Spa, e l’azienda agricola Lugli, che ha ceduto in comodato d’uso il terreno e che fornisce la materia prima per l’alimentazione dell’impianto partecipando alla gestione dello stesso.
Vito Pignatelli, responsabile del Laboratorio Biomasse e Biotecnologie per l’Energia di Enea, ha definito la realizzazione dell’impianto “un ottimo esempio dei risultati che si possono ottenere dalla collaborazione tra mondo della ricerca e mondo dell’impresa”.
Nel dettaglio, il processo che si verifica nell’impianto bi-stadio separa le fasi biologiche della digestione anaerobica e permette una più veloce degradazione della biomassa. All’interno dei digestori si osserva un aumento della produzione di idrogeno nel primo stadio del processo e della produzione di biometano alla fine del ciclo. Grazie ai tempi ridotti di digestione della biomassa, l’impianto bi-stadio registra volumi inferiori e costi di realizzazione più contenuti rispetto agli impianti tradizionali.