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Caso Bankitalia, Gentiloni alza argine su governo

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Roma, 19 ott (Adnkronos) – Le “ricostruzioni di vario segno apparse oggi sui quotidiani” sono da smentire. A metà mattinata, Paolo Gentiloni entra in campo nella questione Bankitalia. I giornali riportano le più disparate versioni e la tensione sulla nomina dei vertici dell’istituto fatica a allentarsi. Così, sono fonti di palazzo Chigi a spiegare che “sul tema della Banca d’Italia le decisioni del presidente del Consiglio saranno basate sulle prerogative a lui attribuite dalla legge ed ispirate esclusivamente al criterio di salvaguardia dell’autonomia dell’Istituto”.
In qualche modo, quindi, il premier torna a farsi ‘sentire’ e, fedele al suo standing, mette subito un argine per evitare che il governo venga travolto dalle polemiche. Il punto, infatti, è che la mozione del Pd sulla “pagina nuova” a via Nazionale ha lasciato strascichi nei rapporti tra palazzo Chigi e il Nazareno e la questione ha finito per lambire Maria Elena Boschi e il ruolo avuto dalla sottosegretaria in questa vicenda.
Matteo Renzi ha ribadito anche questa sera che il governo sapeva della mozione. Una indicazione che, negli ambienti vicini al segretario, veniva arricchita dal nome di Anna Finocchiaro. Una ricostruzione che fonti di governo smentivano: “La Finocchiaro ha appreso della mozione, precisamente del dispositivo, circa mezz’ora prima della sua presentazione”. La ministra dei rapporti con il Parlamento, sempre molto precisa, oggi si è presa la briga di ricontrollare: scorrendo la timeline del suo smartphone, la telefonata ‘incriminata’ è delle 14.29 di martedì.
Da qui in poi la vicenda è più o meno nota e dalle parti del governo viene raccontata più o meno così: Finocchiaro si muove di intesa con Gentiloni, chiama il capogruppo Ettore Rosato e chiede che venga eliminata la parola “discontinuità” dal dispositivo. Poi, quando la legge, chiede anche una riformulazione della premessa. A una parte di queste osservazioni, la Finocchiaro riceve un diniego cortese ma deciso. Così il governo è costretto a ribadire in aula le sue richieste, poi effettivamente accolte. “Quindi no: la Finocchiaro, e Gentiloni, non sapevano. E no, il governo non era d’accordo”, sintetizzano sempre fonti di governo.
A sapere della mozione, a questo punto, chi era? Gli indizi si concentrano sulla Boschi e la cosa, con il passare delle ore, diventa anche caso politico. Mdp, con Alfredo D’Attore e Massimo Paolucci, attaccano: la Boschi è in conflitto di interessi “oggettivo” e “scandaloso” , “Gentiloni non può esimersi dal chiarire”. Ma è Mario Monti il più diretto: “Ho letto del sottosegretario al corrente e del presidente del Consiglio non al corrente. Se fosse così, ma non sarà così, se un sottosegretario fa uno scherzo del genere al presidente del Consiglio non può restare un giorno di più a palazzo Chigi”.
A questo punto, vedendo la marea montare, Gentiloni fa sapere, sempre tramite fonti di palazzo Chigi, che la Boschi gode della “piena fiducia” del premier e che anche ieri i due hanno lavorato a lungo sui temi legati alla legge di Bilancio. Anche Matteo Renzi glissa: “Con Gentiloni tutto bene. Sulla Boschi, se vuole, spiegherà il governo, come ha fatto”. Resta, comunque, da chiudere la vicenda della scelta dei vertici di Bankitalia e il Cdm potrebbe occuparsene nella seduta di fine mese, il 27.