Home Nazionale Caso Yara: giudici appello, Bossetti uccise con crudeltà perché respinto

Caso Yara: giudici appello, Bossetti uccise con crudeltà perché respinto

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Brescia, 16 ott. (AdnKronos) – Il movente dell’omicidio di Yara Gambirasio “può essere circoscritto nell’area delle avances sessuali respinte, della conseguente reazione dell’aggressore a tale rifiuto, unita al sicuro timore dello stesso di essere riconosciuto per aver commesso nei confronti della ragazza qualcosa di grave”. Così i giudici d’appello di Brescia motivano la sentenza all’ergastolo inflitta a Massimo Bossetti per l’omicidio della 13enne di Brembate, uccisa il 26 novembre 2010.
Un delitto, si legge nelle 380 pagine delle motivazioni che confermano la sentenza di primo grado, aggravato dall’avere adoperato sevizie, ossia di aver provocato “sofferenze non necessarie inflitte alla vittima con lo specifico intento di vederla soffrire” e di aver agito con crudeltà, “rivelatrici di un’indole malvagia, priva del più elementare senso di umana pietà”.
La finalità “dai contorni sessuali” del delitto si evince, secondo i giudici, dal fatto che l’imputato “si stava aggirando” a bordo del suo furgone “nelle vicinanze della palestra” frequentata dalla giovane ginnasta “in attesa di qualcuno”; per la scoperta nel pc di Bossetti di “un interesse insistente e perdurante per adolescenti” viste le foto ritrovate, per le lettere a una detenuta che “dimostrano come Bossetti avesse pulsioni sessuali così intense” e perché il delitto avviene in un periodo in cui il muratore di Mapello ha litigato con la moglie.