Home Nazionale Centrosinistra: Civati a Pisapia, lista unita e credibile scelta giusta

Centrosinistra: Civati a Pisapia, lista unita e credibile scelta giusta

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Milano, 23 giu. (AdnKronos) – “Una lista unita, autonoma e credibile” che raccolga tutte le anime del centrosinistra che non si riconoscono nel Pd di Matteo Renzi “è possibile”: ora “manca solo l’ultimo miglio. L’obiettivo di tutti è costruire una realtà unita, tra riforma e discontinuità”. Pippo Civati, leader di ‘Possibile’, spiega all’AdnKronos che se il fautore di Campo Progressista, Giuliano Pisapia, “è d’accordo su valori e programma, facciamo una lista unica”. Civati tiene a ricordare che Pisapia “era partito, subito dopo il referendum, con uno schema che parlava soprattutto al Pd. Io ero abbastanza arrabbiato. Nel frattempo però ha cambiato posizione. Ha una posizione molto simile alla mia, non massimalista, che giudica un bene essere uniti”.
D’altro canto, evidenzia, “nessuno capirebbe una lista Bersani, una lista Civati, una lista Pisapia. Se c’è chiarezza sul profilo di programma si può fare. Deve essere profilo programmatico finalizzato a governare: non voterei qualcosa che non è pensato per governare”. Insomma, per Civati serve “una lista unita, autonoma e credibile. Poi tutto può essere discusso. Sarebbe un tale sogno fare una proposta unitaria, globale quando oggi sembra di stare a guardare una serie Tv su ‘Come ci si muove a sinistra’”. E la posizione di Massimo D’Alema? “E’ d’accordo” tiene a precisare Civati. L’invito è comunque a “evitare di parlare male di quello a fianco: certe frecciatine ce le possiamo risparmiare”.
Per quanto riguarda il Pd di Renzi, “si dice – fa presente Civati – che l’accordo con Berlusconi esista davvero. Qui la considerazione è molto semplice: se Renzi apre a sinistra, deve fare autocritica, e anche molto generosa. In più, in un sistema tedesco l’alleanza con Berlusconi gli consentirebbe di governare”. Invece, “in un centrosinistra, non è detto. Certamente Renzi ha una base elettorale molto forte e c’è un tema di proporzioni, rispetto ai movimenti” la cui base elettorale è ancora piccola “che non dobbiamo dimenticare”.