Home Nazionale Consulenti del lavoro: in 2016 +280mila dipendenti a tempo indeterminato

Consulenti del lavoro: in 2016 +280mila dipendenti a tempo indeterminato

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Roma, 2 mag. (Labitalia) – Il numero dei lavoratori standard, e cioè i dipendenti assunti con un contratto a tempo indeterminato (compresi i part- time volontari), è aumentato dal 2015 al 2016 di 280 mila unità (+0,5%), in misura più accentuata nelle regioni del Centro Italia +0,7% (+0,5% nel Nord e +0,3% nel Sud). E’ uno dei dati che emergono dal rapporto ‘Le dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane’, realizzato dall’osservatorio statistico dei consulenti del lavoro per il 2016 , e presentato a Napoli durante la giornata di chiusura del 9° congresso nazionale di categoria.
Il rapporto segmenta gli occupati sulla base di due tipologie di contratti: i lavoratori standard, che comprendono i dipendenti assunti con un contratto a tempo indeterminato, compresi i part- time volontari, e i lavoratori non standard che sono costituiti da coloro che hanno un contratto di lavoro dipendente sempre a tempo indeterminato, ma in part-time involontario (i sottoccupati part-time4), i dipendenti a termine, i collaboratori e gli autonomi. Su circa 22,2 milioni di occupati nel 2016, poco meno di due terzi sono lavoratori con contratti standard (14,4 milioni, pari al 64,6% del totale) e conseguentemente poco più di un terzo sono lavoratori non standard (7,8 milioni, pari al 35,4%). È più elevata di 5,4 punti percentuali la quota di uomini con contratti non standard (37,6%, a fronte del 32,3% tra le donne) e i lavori standard sono più diffusi nelle regioni del Nord (67,4%; 32,6% non standard) e meno in quelle del Centro (64,7%; 35,3% non standard) e del Mezzogiorno (59,3%; 40,7% non standard).
La quota più elevata degli occupati assunti con contratti non standard si registra nella provincia di Grosseto dove si trovano in questa condizione oltre la metà dei lavoratori (54,6%), quella più bassa a Varese (26,7%), con una differenza di circa 28 punti percentuali. Le altre province con le quote di lavoratori non standard superiori al 50% interessano diverse regioni, in particolare nelle isole. Quote molto basse di lavoratori non standard si registrano nelle province prevalentemente del Nord: Lodi (27,2%), Gorizia (27,6%), Lecco (27,6) così come nelle due grandi province di Bergamo (28,3%) e di Milano (30,3%).