Roma, 27 giu. (AdnKronos) – Nel 2016 domanda di energia primaria italiana ha segnato una battuta d’arresto, attestandosi a 169 MTep (-0,5%), un livello sostanzialmente analogo a quello dell’anno precedente, dopo essere aumentata di quasi 4 Mtep (+2,3%) nel 2015. E’ quanto si legge nella relazione annuale di Unione Petrolifera (Up) che è stata illustrata oggi dal presidente, Claudio Spinaci.
Tale andamento riflette il disaccoppiamento tra crescita del Pil e domanda di energia, influenzata da interventi di efficienza energetica e dai conseguenti mutamenti dei comparti produttivi indotti dalla crisi economica. Rispetto al massimo dei consumi rilevato nel 2005 (197,8 Mtep), essi sono scesi del 15% circa.
Fra le peculiarità che hanno modificato sostanzialmente i contributi delle principali fonti energetiche, sottolinea Up, c’è la flessione di oltre il 20% delle importazioni nette di energia elettrica, in conseguenza della fermata di 18 centrali nucleari francesi per controlli di sicurezza sui reattori; la forte ripresa del gas naturale (+5%), particolarmente nel termoelettrico (+13%), dove ha sostituito il carbone grazie alla consistente riduzione dei suoi prezzi. Sono quindi risultati in calo i combustibili solidi (-9,8%) e in flessione dell’1,5% anche il petrolio, che con un contributo del 34,2% al totale della domanda, per solo due decimali cede il primato al gas (34,4%) come prima fonte di energia italiana. In aumento dell’1,9% le rinnovabili, sostanzialmente grazie alla produzione dell’eolico che ha rilevato un +12,5%.