Home Nazionale FenealUil: “Per pensioni edili abbassare soglie Ape social”

FenealUil: “Per pensioni edili abbassare soglie Ape social”

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Roma, 17 nov. (Labitalia) – “L’Ape social è stata una prima risposta che ha rotto finalmente un tabù: i lavori non sono tutti uguali, la fatica non è tutta uguale, per cui l’uscita non può essere uguale per tutti. Ma è stata una risposta positiva dal punto di vista del principio, non dal punto di vista dei risultati, che sono stati assolutamente insufficiente perché il lavoratore edile per potere usufruire dell’Ape social deve avere 63 anni di età, 36 di contributi, e 6 anni lavorativi continuativi negli ultimi sette. Queste soglie vanno abbassate”. Così Vito Panzarella, segretario generale della FenealUil, la categoria degli edili di via Lucullo, sul dossier pensioni.
“Se noi teniamo conto -prosegue Panzarella- che la crisi ha così tanto destrutturato il settore negli ultimi dieci anni, cercare un lavoratore che ha avuto sei anni continuativi negli ultimi 7 è estremamente complicato. Tanto è vero che parliamo di 800-mille lavoratori che hanno potuto usufruire della norma rispetto a una platea di circa 25mila lavoratori che sono in queste condizioni”. Inutile nascondere, continua Panzarella, che “la questione pensioni da mesi, per non dire da anni, è al centro dell’attività sindacale e politica della nostra categoria”.
“Questa è una partita molto sentita dai nostri lavoratori. Gli infortuni, anche quelli mortali, stanno colpendo nel nostro settore in particolare gli over 55. Noi lo riteniamo da sempre: a 67 anni non si può stare su un’impalcatura. Questo penso che sia una questione che la politica si deve porre: ci sono dei lavori che non si possono fare a quell’età. Bisogna farsene carico”, dice.
Per Panzarella, l’Ape Social è “quindi un meccanismo insufficiente ed è per questo che la nostra iniziativa deve continuare per cercare di fare abbassare quella soglia dei 36 anni di contributi e sei anni continuati negli ultimi sette perchè altrimenti saranno pochissimi i lavoratori edili a poterne usufruire”. Sulle recenti proposte del governo ai sindacati Panzarella è cauto. “Sicuramente positiva -sottolinea- questa fase 2 in cui il governo parla con il sindacato, con il mondo del lavoro, portando delle proposte. Per quanto riguarda lo scatto dei 67 anni nel 2019 ci sono queste 15 categorie che sono esclude. E un passo positivo ma ci sono delle contraddizioni che non stanno in piedi”.
Di certo, ribadisce Panzarella, il sindacato è forte anche su questo tavolo se è unito. “Noi dobbiamo impegnarci -spiega- affinché la partita delle pensioni sia portata avanti ancora in modo unitario. Siamo convinti che fughe in avanti, scioperi generali, senza argomentazioni valide non sono assolutamente utili in questa fase di fine legislatura”.
“Quello che posso dire – aggiunge – è che il governo si è preso l’impegno di convocare entro sabato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, metterà sul piatto la stesura definitiva della proposta e questo punto noi decideremo, se ci saranno le condizioni, daremo una valutazione in quel momento lì, se ci rendiamo conto che rispetto ad alcune partite come donne e giovani ci saranno delle risposte”. “Una cosa è certa -conclude- i lavoratori la legge Fornero non la dimenticano”.